CAPITAN MARVEL #18-22

EREDI

di Fabio Furlanetto

 

 

Devi crescere da solo,

non importa quanto fosse alto tuo padre.

Proverbio irlandese

 

 

Passata la minaccia del Supervisore…anche se non proprio nel migliore dei modi possibili… è arrivato il momento per Genis di confrontarsi con quello che non sa ancora essere il suo fratellastro: Ti-Vell, alias il Predatore, che ha uno strano legame non solo con gli Eterni Kree ma con parecchie altre faccende ancora da risolvere…

 

 

 

CAPITAN MARVEL #18

LONTANO DALL’ALBERO

 

 

Quando si viaggia nello spazio, anche se si dispone della più avanzata tecnologia dell’universo, ogni tanto bisogna fermarsi da qualche parte. Se si è in questa zona della Via Lattea e non si va particolarmente a genio alle forze dell’ordine, di qualsiasi sistema planetario, c’è una sola fermata.

Arein, distante almeno due anni luce dalle maggiori rotte commerciali, e cinque volte tanto dal pianeta abitato più vicino. A metà tra la versione spaziale di un bar malfamato ed un motel dove non c’è bisogno di documenti.

La mensa, dove non si può abbassare la guardia perché chiunque ti può sparare alla schiena, specialmente mentre mangi. Due umanoidi appoggiano i loro vassoi su uno dei tavoli che galleggiano a mezz’aria. Qualche mezza tacca si lamenta, ma rinuncia quando nota la stazza dell’uomo con cui sta parlando.

-Questa roba fa veramente schifo – commenta la donna, avvolta in un ingombrante cappotto, nascondendo la faccia nell’ombra del cappuccio.

-Se qualcuno non avesse rotto il sintetizzatore alimentare, forse non ci saremmo dovuti fermare qui.

Il cappotto non riesce a mascherare bene il massiccio esoscheletro dell’uomo, ma in pochi si soffermano su altri particolari del suo aspetto.

-Di che ti lamenti ? E’ un posto tranquillo.

-Probabilmente è pieno di cacciatori di taglie…

-E allora ? Non sarebbe certo la prima volta. E poi abbiamo la nostra nave ancorata qua fuori, possiamo andarcene in un batter-

La donna si ferma, notando l’agitazione degli altri. In molti si sono alzati in piedi, o hanno fatto l’equivalente per la loro anatomia. Seguendo il loro sguardo, nota l’esplosione all’esterno della base spaziale, visibile attraverso le grosse finestre ancora stranamente pulite.

-Pama ! La nostra nave !

-Stai tranquilla, Una. Non è la nostra.

-Cosa sei, scemo ? E’ quella esattamente di fianco a quella che è appena esplosa !

-Dannazione, tutta la parte posteriore dello scafo è andata. Non andremo molto lontano con quella…

-Ci toccherà rubarne un’altra, Zey.

-Speriamo ne sia sopravvissuta qualcuna decente… detesto i modelli di importazione Shi’ar…

Mentre la metà dei clienti corre verso gli hangar per assicurarsi di avere ancora un mezzo di trasporto, i due ritornano a sedere… trovando qualcun altro al loro posto.

-Ehi, c’eravamo seduti noi lì !

L’uomo che gli ha rubato il posto alza lo sguardo dal piccolo computer portatile che tiene in mano. C’è qualcosa di familiare in lui, e non è solo la giacca militare Kree pesantemente rovinata dagli anni…

-Davvero ? E che pensate di fare, chiamare un Accusatore ?

-L’ultimo che ha fatto lo spiritoso con me ora ha la testa fracassata sulla Grande Torre a Tau Ceti VI…

-Uh. Gli atomi dell’ultimo che ha fatto lo spiritoso con me ora vagano nella cintura di asteroidi di Clavius II. Ho vinto io.

-Sei un figlio di…

-Non mi dai nessuna nuova notizia. Cambiando argomento…ho sentito che volete rubare una nave. Vengo anch’io.

-Tu non hai idea di chi hai davanti, vero ragazzo ?

-Certo. Siete Una-Rogg e Zey-Rogg, ricercati dall’Impero, o da quel che ne rimane, con una taglia di cinquanta milioni di crediti ciascuno.

-Sei…un cacciatore di taglie ? – chiede Una, preparandosi ad estrarre qualcosa dalla cintura, probabilmente un’arma.

-No, ma ne ho uccisi parecchi. Sentite, mi date un passaggio ve la rubo io la nave.

-E se invece prendessimo la tua ? – chiede Zey facendo la voce grossa, e cosa più importante puntando il fucile che ha sul braccio destro sulle tempie dell’estraneo.

-Sarebbe un po’ difficile, visto che è appena esplosa.

I due contendenti si guardano in cagnesco,cercando di intimidirsi a vicenda e rischiando di attirare l’attenzione più del necessario. Approfittando della distrazione, Una dà una veloce occhiata al contenuto del piccolo computer, spalancando gli occhi.

-Lascia perdere, Zey. Lo portiamo con noi.

-Ma, Una…

Non c’è bisogno di altri battibecchi: ha già visto quell’espressione sul volto di sua sorella. Poco prima di risucchiare la vita a qualche preda particolarmente invitante.

 

Los Angeles, California. E’ notte fonda, e sebbene “la città che non dorme mai” si trovi da tutt’altra parte, c’è ancora parecchia vita tra le strade.

Forse qualcuno ha notato la debole luminescenza emessa dall’alieno che fluttua a mezz’aria, ad una settantina di metri da terra, le gambe incrociate in un’antica posizione meditativa di Titano. Che, incidentalmente, è identica a quella classica terrestre.

Non indossa niente sopra la cintola, e sul suo torace appaiono e scompaiono veloci diverse piccole stelle. Anche sul volto e sulle palpebre abbassate.

-Ehi, Marv, ma hai una vaga idea di che ore siano ?

-Posseggo la Coscienza Cosmica, Rick – risponde senza aprire gli occhi – Sono in sintonia con l’intero universo; posso sentire il suo respiro, ascoltare miliardi di voci invisibili, vedere-

-

-No, non ho idea di che ore siano.

-Sono le quattro di notte. Il che significa che il tuo turno è finito da un pezzo, e che adesso vorrei tornare a dormire a letto con mia moglie perché, ad essere sincero, queste cavolo di foglie azzurre mi danno l’orticaria. Ma che razza di pianeta hai trovato !?

-Mi dispiace. Il novantaduesimo pianeta che visito nella Zona Negativa, e ancora nessuna forma di vita che vada oltre la più elementare delle piante. Un’altra cosa su cui non ho indagato quanto avrei dovuto…

-Tutto a posto, Marv ? C’è un motivo particolare per cui te ne stai seduto tra due grattacieli a guardare i lampioni ?

-Non riuscivo a dormire.

-Già. Beh, ho a che fare con dei super-eroi da quando avevo sedici anni, quindi il concetto di fare pazzie per prendere sonno non mi è del tutto estraneo. Però non sono stato fuso a livello molecolare con la maggior parte di loro, quindi se potessimo tornare a casa…

-Rick…cosa sai dei demoni ?

-Che le loro mogli fanno una vita interessante, a giudicare dalle corna. Perché ?

-Ho sentito che…quello che è capitato quando eravamo nel rifugio del C…del Caaa… stupido blocco mentale… del Supervisore, è stato per colpa dei demoni.

-Così pare.

-Durante quella faccenda, ho avuto una visione. Di mio padre.

-Grande. Gli hai chiesto come sta Elvis ? Gli sarebbe stato simpatico.

-Non ho avuto occasione di parlare molto. Ma mi ha detto delle cose che mi hanno fatto pensare.

-A cosa ?

-Solo…pensare.

-Uh. Ovviamente ti rendi conto del fatto che era sicuramente un prodotto della tua mente, e che, insomma, non eravamo tutti dei campioni di salute mentale in quell’inferno. Non che lo fossimo prima, tra l’altro.

-Ci ho pensato. Ma era talmente…viva, come visione, che è quasi stato come parlarci.

-Te lo immaginavi più alto ?

-No, ma alcune delle cose che mi ha detto…sono vere, a modo loro, che fossi pazzo o meno.

-Ora inizi a farmi preoccupare, Marv.

-E’ solo che…posso sentire il respiro dell’universo, Rick. E da un po’ ho la sensazione che stia cercando di dirmi qualcosa, ma che io non sia capace di ascoltarlo.

-Okay, ora sono ufficialmente preoccupato.

-Rick, credo sia successo molto più di quello che pensavamo al rifugio del C- del Supervisore. Mi sono concentrato non poco su quello che hanno detto lui e mio padre, negli ultimi giorni, ed ho la schiacciante sensazione che qualcosa non quadri.

-Anch’io.

-Davvero ?

-Sono le quattro di notte e sto parlando con un alieno convinto che suo padre morto e l’universo gli lascino degli indizi. Direi che c’è decisamente qualcosa che non quadra.

-Non sono così pazzo, Rick…Insomma, lo so che mio padre non può dirmi niente e che…

Le Nega-Bande risplendono, emettendo segnali intermittenti. Il loro significato è chiaro.

-Mi stanno chiamando.

*Mi ricevi, Genis ? Sono Mentore di Titano.

-Oh, grande. Che c’è, Thanos è scoppiato a piangere perché la Morte lo ha scaricato ?

-Dimmi pure, Mentore.

*Temo non sia un discorso conducibile in questo modo, Genis. Ti è possibile venire su Titano ?

-Non ci provare ! Dopo tutto il casino di Marlo e quei due pelleverde alla fumetteria, mi devi almeno una notte di sonno !

-E io che c’entro ? Sei stato tu a-

*Genis, sarebbe più comodo se tu parlassi con me invece che con Rick. Queste chiamate interplanetarie costano.

-Sarò su Titano domani mattina, Mentore… diciamo tra cinque ore.

*Bene. Dobbiamo parlare di alcune cose che riguardano te…e tuo padre. Chiudo.

Rick Jones e Genis-Vell si guardano attraverso i reciprochi riflessi sulle proprie Nega-Bande. Uno sguardo assonnato ma significativo.

-Che dici, gli porto un paio di dischi del Re ?

-Ma non siamo in una repubblica ?

-Marv, hai mai considerato le meraviglie dei sonniferi ?

 

Una stanza dalle pareti verdastre ed una scarsa illuminazione. Ti non conosce la razza che ha costruito questo mezzo, né gli importa veramente. I comandi sono relativamente semplici, tanto che persino Zey è riuscito ad impostare una rotta. Certo, è bastato trovare il pulsante di accensione e mettere al massimo la velocità, accertandosi di non schiantarsi contro la stazione spaziale… ma per uno come Zey è pur sempre un grosso passo avanti.

Da una piccola sfera alloggiata in un piccolo buco sulla parete escono velocissimi raggi di luce verde, disegnando come pennelli di estrema precisione una mappa della galassia. Mentre Ti è alla ricerca del comando per selezionare soltanto la sezione di spazio in cui si trovano, il grosso cerchio metallico alle sue spalle esegue un giro completo e scivola di lato, lasciando entrare l’aggraziata figura di Una-Rogg.

-Zey vuole sapere se il nostro ospite misterioso ha deciso quale rotta seguire…

-Non ancora.

La mano guantata di nero di Una gli accarezza il collo, ma Ti afferra il polso e lo sposta.

-Piantala.

-Hai qualche problema con le donne ?

-Più che altro, ne ho parecchi con gli esseri viventi. Ecco, trovato.

Miliardi di stelle spariscono nel giro di una frazione di secondo, lasciandone sono un centinaio. Un quadrato blu lampeggia, indicando la posizione attuale della nave.

-Te la cavi bene, per uno che non aveva mai messo piede su una nave come questa.

-Quando hai visto un sistema di guida tridimensionale li hai visti tutti. Quale è la vostra destinazione ?

-Terra. La conosci ?

-So dove si trova. Che ci andate a fare ?

-Vendetta. Il figlio dell’uomo che ha ucciso mio padre si trova lì.

-Hhhmmm.

Ti fissa per qualche istante il settore in cui si trovano, totalmente disabitato. Lo conosce; la loro rotta è inclinata di quasi novanta gradi rispetto a quella necessaria per raggiungere la Terra.

-L’uomo che ha ucciso tuo padre è ancora vivo ?

-No, è morto anni fa.

-Allora perché cercare suo figlio ?

-E’ morto per cause naturali. Non è stata fatta giustizia. La faremo noi.

-Giustizia ? Da quando i ricercati si preoccupano della giustizia ?

-Dipende tutto dai punti di…ehi, non rispondo alle domande di uno che non mi ha nemmeno detto il suo nome.

-Curioso. Assorbire l’energia vitale al primo appuntamento lasciando uno scheletro fumante va bene, ma niente domande.

-Cerchi rogne ?

-Questa è una domanda.

-Non so chi ti credi di essere, ma…aspetta, che stai facendo ?

Le stelle aumentano così velocemente da illuminare la stanza come un tuono silenzioso. La Via Lattea appare in tutto il suo splendore, iniziando poi a rimpicciolirsi sempre di più. Quando è poco più grande di una stella appaiono altri piccoli ammassi di luce. Le galassie più vicine. Si forma una linea sottile tra due tra le più vicine. Una riconosce la destinazione come la Grande Nube di Magellano, come la chiamerebbero i terrestri. Il nome Kree, tradotto, sarebbe…

-La Galassia Originale !?

-Andremo qui – risponde Ti indicando un angolo della galassia.

-Non ci arriveremo mai con una nave così piccola !

-Non ho detto che ci arriveremo con questa nave.

-Perché non ci andremo ! La nostra destinazione è la Terra !

-Non più.

-Allora avevo ragione, sei un cacciatore di taglie, non è così ? – domanda rabbiosa mentre dai bracciali escono due lame di venti centimetri, abbastanza acuminate da passare attraverso i tessuti ossei della maggior parte degli esseri viventi. Sempre che si abbia la possibilità di avvicinarsi. Una non ha nemmeno il tempo di fare un passo avanti, né di capire cosa estragga Ti – sempre che l’abbia fatto. Quello che fa in tempo a vedere è una scintilla sulla sua mano, prima che due raggi di energia distruggano le lame. Non ha altre armi in questo ridotto costume. Il prezzo della seduzione.

Si lancia contro Ti, nel tentativo di strangolarlo, ma con la stessa velocità di prima (non che fosse possibile misurarla) riceve un pugno sulla mascella, abbastanza forte da farla cadere a terra. Per un attimo le sembra di avvertire la sensazione che prova quando assorbe dell’energia vitale, anche se in quantità insignificante.

Cerca di rialzarsi, ma lo stivale sinistro di Ti spacca a metà il comunicatore installato nella cintura e allo stesso tempo, tutt’altro che involontariamente, le toglie il fiato. Con un gergo degno di uno scaricatore di porto spaziale Skrull, gli urla insulti riguardanti le sue tendenze sessuali e la professione della madre, ma non c’è già più nessuno da insultare. Senza che la porta sia stata aperta, Ti è scomparso.

 

Cabina di pilotaggio. Nome arcaico per una stanzetta con due sedie arrugginite, cinque schermi ed una tastiera che muta forma a seconda dei comandi richiesti.

Lo schermo principale, talmente grande da poter essere scambiato per un vetro, non mostra niente di particolarmente interessante per chi è nato in una cultura interstellare o per chi abbia visto un po’ di film terrestri. Anche se così non fosse, raramente gli interessi di Zey-Rogg coincidono con quelli degli altri.

Si è innervosito abbastanza nel cercare di capire come far partire la nave, quindi non si mette troppo a riflettere sullo sconosciuto che sua sorella ha portato a bordo. In fondo, Una è abbastanza in gamba da cavarsela. E se così non fosse…pazienza, avrebbe dimostrato di non essere degna dell’eredità dei Rogg.

Sempre che ci fosse, questa discussa eredità…si potrebbe dire che iniziò e finì con Yon-Rogg. Anni prima, Zey aveva tentato la carriera militare, per emulare il padre. Ma anche se i Kree ammirano gli spiriti indomiti, raramente gradiscono l’insubordinazione.

Strana ironia, che i figli di uno dei più rinomati Colonnelli della storia Kree si siano ritrovati ad essere braccati come comuni criminali… mentre il figlio del più grande traditore dell’Impero viene persino ritenuto un eroe da qualche razza barbara. Ancora per poco, però: giusto il tempo di raggiungere il sistema Sol.

Soltanto ora Zey esce dal proprio flusso di coscienza (inutile sottolineare quanto sia stato breve il viaggio), accorgendosi di non essere più sulla rotta precedente. Come lo abbia capito, nonostante una congenita difficoltà a comprendere le cose più ovvie, resta uno dei grandi misteri della mente Kree. Uno dei molti.

-Pama ! Stiamo andando nella direzione sbagliata !

I controlli non sono particolarmente agevoli per le grossa dita di Zey, rese ancora più inutili dalla fretta. Un bagliore giallastro illumina la stanza, ed il colosso si volta per osservarne la fonte. Il navigatore ancora senza nome lo fissa, avvolto da un debole bagliore.

-Ingegnosa come nave. Credo sia dei Kernel, o di qualcuno della loro zona. Mi sa che farò un salto da loro…sempre che scopra chi accidenti sono, e sempre che me ne importi qualcosa.

-Di che parli ?

Zey inizia a diventare nervoso. La prima cosa che insegnano all’Accademia Imperiale è a guardare il nemico negli occhi. Gli occhi di Ti ora emanano luce.

-Una volta nel mio equipaggio ho avuto uno Shi’ar che diceva che la struttura delle navi dice molto sulla cultura che le ha costruite. Per esempio, i comandi delle navi Kree sono esclusivamente nella sala di comando, a simboleggiare la maniacale ricerca di controllo. Le navi Shi’ar invece hanno postazioni di comando multiple, e per quel tizio era segno di estrema civilizzazione. Si dimenticava però che l’unica sezione in grado di controllare la nave senza l’autorizzazione del capitano è quella dedicata alle armi. Bravo soldato. Mi è dispiaciuto farlo fuori, ma non sopporto gli ammutinamenti.

-Dove stiamo andando ?

Ti osserva la propria mano mentre cessa di essere carne e sangue per diventare energia. Zey dà energia al proprio esoscheletro, diventando ancora più massiccio ed imponente di prima. Non che Ti sia minimamente impressionato.

-Divago. Di solito non lo faccio, ma è raro che mi stiano a sentire. Dicevo… la nave può essere controllata anche dalla sezione cartografia, che può escludere il comando centrale. Chissà, magari per qualcuno questo dice qualcosa su questi Kernel.

-Rimetti subito la nave sulla rotta precedente ! Ti avverto…

Zey punta il fucile che ha sull’avambraccio contro la faccia di Ti, che sorride. Un suono bizzarro segnala l’attivazione del sistema di comunicazioni interno.

-Zey, che fine ha fatto l’altro ?

-E’…sotto controllo, Una.

La voce tentennante e la goccia di sudore sulla fronte indicano il contrario, veramente.

-Dobbiamo buttarlo fuori dalla nave e andarcene il prima possibile ! Credo sia il Predatore… non fare niente di stupido o siamo morti, Zey !

Il figlio di Yon-Rogg stringe in pugno, rilasciando abbastanza energia da far esplodere la testa di Ti come un buffo palloncino. Frammenti di cranio e di cervello si fermano a mezz’aria per un istante; poi miriadi di raggi di luce partono dalla loro posizione, ricostruendo la testa come se fosse uno strano puzzle.

Tutto questo agli occhi di un osservatore attento. Quello che importa a Zey-Rogg è che la testa del suo bersaglio è esplosa e si è ricostruita.

-Ora…questo è decisamente quello che definirei stupido. Non sei d’accordo ?

Zey si vede arrivare addosso quello che, a prima vista, è soltanto un pugno di luce. Che però emette abbastanza energia termica da formare un alone di aria calda pressoché solida. Tutto questo, solo nel caso in cui il pugno non abbia incrinato pesantemente la vostra corazza di plasti-acciaio temprato; in quel caso, non è particolarmente interessante.

Zey fa soltanto un passo indietro, prima di essere investito da un colpo più veloce del suo occhio che lo scaraventa contro il muro. Perde l’equilibrio e cade ingloriosamente a terra, ritrovandosi a pochi centimetri dalla faccia la mano energetica di Ti, caldissima.

-Fai un solo respiro senza che io te l’abbia ordinato e ti ritroverai senza faccia. Miglioreresti soltanto, comunque.

-Una ! Uccidilo !

Soltanto ora Ti si volta e vede la donna dalla pelle blu puntargli contro un fucile così pesante da riuscire a malapena a sollevarlo. Nel giro di un secondo, la mano destra torna ad essere carne e sangue e l’avambraccio sinistro lascia spazio ad un flusso di elettroni, che colpiscono l’arma come una frusta. Come se fosse elastico, il braccio torna indietro e ritorna materia.

-Dilettanti.

-Ti ammazzo !!!

Zey si alza il più in fretta che può, pronto a saltare al collo di Ti, meno della metà in quanto a massa.

-Non ti avevo detto qualcosa, riguardo le cose stupide ? E poi c’è ben altro di cui preoccuparsi, adesso.

Un altro colpo rimette Zey al suo posto. Non esattamente dispiaciuta nel vedere qualcuno dare una lezione al fratello, Una si tiene a debita distanza e nota:

-Gli allarmi stanno suonando… chi li ha azionati ?

-Credo fosse una nave di contrabbandieri, quindi è più che normale che sia progettata per restare alla larga dalle autorità. Guarda qui – indica uno degli schermi picchiettandoci sopra.

Una si avvicina, incurante del fatto di essere a pochi centimetri dall’uomo che ha appena steso Zey. Quello che viene segnalato dalla strumentazione è molto più importante.

-Pama ! Siamo circondati !

-Andiamocene… - suggerisce Zey mentre controlla la bruciatura al naso che si è appena procurato.

-Non si può. I comandi sono bloccati, e poi non siamo abbastanza veloci.

-Quante navi per una coppia di dilettanti. Due incrociatori e sedici navi di appoggio…qualcuno ce l’ha seriamente con voi.

-Forse cercano te.

-Improbabile. Ci sarebbero almeno sedici incrociatori e magari una corazzata, sempre che ne abbiano ancora in dotazione.

-Se sei così importante, potremmo consegnarti a loro e-

Non c’è nemmeno il tempo per finire la frase: Zey è già a terra a cercare di fermare il sangue che gli esce dal naso.

*Figli di Yon-Rogg ! – gracchia il sistema di comunicazioni – Per ordine dell’Accusatore Supremo, vi giudichiamo traditori dell’Imprero e vi condanniamo seduta stante alla pena di morte. Avete sedici zrek per arrendervi e guadagnarvi una morte indolore.

-“Accusatore Supremo” ?  O sono rimasti parecchio indietro o fanno capo a qualche cellula clandestina.

-Da quando siamo traditori !? Siamo i figli di Yon-Rogg, per Pama !

-Ehi, se sei così in gamba, come sei finito in trappola così ? – chiede Zey rialzandosi malamente in piedi.

-Sapevo che c’era un posto di blocco qui. Mi limito a passarci dentro, come al solito. Sentite…siete degli incapaci con delle mire troppo grandi e nessun obiettivo serio. Vostro padre era una leggenda, adesso è sinonimo di fallito. Volete riuscire dove lui ha perso ? Volete mostrare che non è vero che un frutto cade sempre vicino all’albero ?

-Cos’è che vuoi, Predatore ?

-Un equipaggio. Consideratevi arruolati nella mia nuova ciurma.

I due fratelli si guardano, capendo subito che non hanno molte altre speranze. Possono sempre tradirlo alla prima occasione, dopotutto.

-Bene. Questa volta ci penso io a risolvere tutto. Un’ultima cosa…

Ti solleva le maniche della giacca militare, trasformando quanto scoperto in energia purissima.

-Chiamatemi Ti-Vell.

 

CONTINUA…

 

Note

Numero di pausa per riprenderci dalle fatiche di Inferno2, e per approfondire il personaggio di Ti-Vell. I figli di Yon-Rogg vengono naturalmente dalla serie americana di Capitan Marvel, anche se la loro apparizione ad opera di Peter David non rientra nella nostra continuity. Inutile dire che resteranno nei paraggi ancora per un po’.

 

CAPITAN MARVEL #19

EREDI

 

 

Los Angeles, California. Golden Orange Comics.

Al, un uomo di cui nessuno conosce il cognome e, fortunatamente, neanche il nome completo, apre il negozio di fumetti in cui lavora. Leggermente in ritardo rispetto al solito. Non che di solito sia molto puntuale. Ma questa fumetteria è famosa nella zona per essere totalmente imprevedibile.

Tralasciando lo strano caso di una fumetteria del Missouri in cui era entrato uno dei marziani ai tempi dell’invasione, questo è senza dubbio il negozio di fumetti più strano della storia.

Mentre sta ancora per entrare, vede arrivare in lontananza la proprietaria del negozio, Marlo Chandler-Jones, a cui nessuno ha mai fatto notare quanto sia strana esclusivamente a causa di un blando errore di programmazione presente nei cervelli dei maschi della sua specie.

Al suo fianco, una ragazza più giovane (se lo chiedete a Marlo, ha la sua stessa età) con una gonna grigio chiaro ed un maglioncino viola, ed un ragazzo sui vent’anni con una camicia viola e jeans blu strappati. Questi due hanno pelle e capelli verdi, anche se nel caso della ragazza Al non l’ha notato subito.

Sfortunatamente per entrambi, mancano trent’anni alla pubblicazione di “L’influenza dei raggi gamma sul senso estetico” e del suo seguito “Raggi gamma e il colore viola: un caso ?”, del dottor Leonard Samson.

Nonostante trovi la ragazza abbastanza carina, Al non sopporta i due dipendenti di Marlo. Lui non fa altro che leggere fumetti e spiegare a lei le trame, Extreme Werewolf Vampires in particolare. Se non altro, da quando Rick e Capitan Marvel non passano più da quelle parti, li hanno rimpiazzati come attrazione principale.

Dopo averli salutati con un vago cenno della mano, Al spera che almeno questa possa essere una giornata vagamente normale.

 

Lontano dalla Terra. Più precisamente, la Zona Negativa. Possibilmente l’universo parallelo più pericoloso in cui vi possiate trovare. Rick Jones è stato parecchie volte in questo posto, più di quante voglia ricordare. Generalmente, quando si trova qui, possono capitare tre cose.

Primo, può trovarsi davanti Annihilus. Come se uno arrivasse nel nostro universo e si trovasse immediatamente davanti Galactus: sfiga pura.

Secondo, può trovarsi a fluttuare nello strano spazio che c’è qui, dove si respira. L’ultima volta Rick si è messo a fischiettare tutta la discografia di Buddy Holly al contrario, pur di non impazzire per il silenzio assordante dello spazio. Da allora, Rick non sopporta il silenzio. Non che prima fosse molto taciturno.

Terzo, può trovarsi a non fare assolutamente niente mentre un Vell a caso sta rischiando la vita, facendo da telecronista e commentatore sagace a tutta la vicenda.

Questo per far capire quanto sia insolito per Rick Jones trovarsi seduto su un sasso nella Zona Negativa, in mezzo a un deserto dove ci sono 21 gradi, con un bloc notes sulle gambe. E tutto questo per due ore di fila, senza un solo commento di Genis. Silenzio assoluto e totale. Per Rick Jones, l’inferno al cubo.

-Marv ?

Nessuna risposta, neanche un filo di vento.

-Andiamo Marv, lo so che mi stai sentendo. Se non mi parli entro dieci secondi, mi metto a leggere a voce alta quello che ho scritto, e so che sei costretto a sentirmi.

-Se è il testo di una tua canzone, vado subito a schiantarmi sulla cintura degli asteroidi.

-Oooh, finalmente ! Per un po’ ho creduto di essere stato fuso a livello molecolare con Freccia Nera.

-Chi ?

-Lasciamo perdere. Mi rendo conto che rispetto a me non sei mai stato un grande oratore, ma si può sapere che è tutto questo silenzio ? Non spiaccichi due parole dallo scambio !

-Scusa, Rick, è che sono…uh…molto concentrato per il viaggio a Titano.

-Marv, se c’è una cosa che riesci a fare peggio delle battute è mentire. Che c’è ?

-Niente, è solo…è complicato.

-Come vuoi. Ho giusto qui davanti quindici pagine del mio prossimo libro…

-NO ! E’ tutta quella faccenda del Supervisore, ecco, sì. Quello, l’entrata nei Vendicatori, questa chiamata urgente da Mentore…

-E’ da quando siamo tornati dalla fortezza del C-c-caaaa- dannazione al blocco mentale… del Supervisore, che sei fuori fase.

-Condivido le mie molecole con un essere umano in un’altra dimensione, Rick. E’ perfettamente normale che sia fuori fase.

-Ora sono veramente preoccupato, Marv. Quella sembrava quasi una mia battuta.

-Siamo quasi arrivati a Titano. Se non ti va di scambiarti con me, puoi anche stare zitto.

Rick riprende il proprio silenzio. Genis sa che il motivo per cui non ama particolarmente Titano è che gli ricorda la morte del primo Capitan Marvel. Che abbia sottovalutato quella faccenda sul tumore ?

“Preferirei tatuarmi sul braccio tutto Chapter One piuttosto che credere al Capo” pensa “E poi, diciamocelo, è talmente banale che una cosa del genere capiti proprio a Genis che sono portato a escluderlo. Cavolo, lui ha la Coscienza Cosmica… potrebbe anche scoprire qual è l’ingrediente segreto della Coca-Cola, se solo ci si concentrasse… è ridicolo che possa non sapere di avere un tumore. D’altronde… se non fosse un’invenzione… Mentore è un Eterno, dispone di una tecnologia avanzatissima e conosce a memoria il codice genetico di Genis. Al limite posso provare a dare un indizio a Mentore per dirgli cosa cercare… Genis non capirà cosa voglio fare, quando mai pensiamo la stessa cosa noi due !”

Nello stesso momento, in orbita discendente a spirale attorno a Titano, satellite di Saturno…

“Preferirei incidermi sul braccio tutto il libro di Rick piuttosto che credere al Supervisore” pensa Genis-Vell “E poi, a dire la verità, è troppo stupido che una cosa del genere capiti proprio a me, lo escluderei. Dannazione, io ho la Coscienza Cosmica… potrei anche scoprire cos’è quel Chapter One che Rick ha citato ieri, se solo mi ci concentrassi… è ridicolo che possa non avvertire il tumore di cui parlavano il Capo e l’apparizione di mio padre. D’altrone… se non fosse un’invenzione… Mentore conosce a memoria il mio DNA. Potrei dargli un indizio per dirgli cosa cercare… Rick non capirà, quando mai pensiamo la stessa cosa noi due !”

Poi, quando entrambi vedono spalancarsi l’entrata segreta che porta nel sottosuolo di Titano, alzano mentalmente le spalle.

“Naaah… ci ho pensato troppo. E’ solo uno stupido piano del Capo !” pensano entrambi.

 

Lontanissimo dalla Terra. Senza esagerazione.

Ad un attento osservatore, è molto chiaro che cosa ci sia in comune tra le molte razze dell’universo. Possono essere in disaccordo su qualunque argomento, possono attribuire i valori più disparati ad una cosa di poco conto, le loro definizioni del senso della vita possono essere agli antipodi… ma nessuna, nessuna razza dell’universo conosciuto considera una bella situazione l’essere circondati da diciotto navi nemiche grandi cinquanta volte il vostro mezzo. Controllate.

Sicuramente, per i figli del defunto Colonnello Yon-Rogg e una parte di quanto resta del Corpo Accusatorio Kree (le suddette diciotto navi), tutto questo corrisponde alla sacrosanta verità.

-F-facciamo ancora in tempo a scappare ? – domanda Una-Rogg al fratello Zey.

-No, e comunque siamo circondati.

-Che armi abbiamo a bordo ?

-In confronto alle loro, petardi.

-Non resta che una sola cosa da fare, sorella…

-Certo. In quanto figli della più grande mente militare della storie Kree, non ci resta che una soluzione.

Due mani sfiorano il pannello di controllo, per mandare una comunicazione su tutte le bande disponibili.

-Ci arrendiamo – comunicano all’unisono, evitando di premere il pulsante desiderato perché fermati da un suono del tutto inaspettato. Una risata.

Ti-Vell, precedentemente conosciuto come Ti-Mell, loro attuale autoproclamatosi capitano, sta ridendo a crepapelle. Le braccia sono ancora composte di energia, e quando si sfiorano rilasciano scintille che tornano immediatamente a far parte degli arti.

-Che c’è di così divertente !?

-Rogan !

I fratelli si guardano negli occhi ed alzano le spalle. Stanno per chiedere spiegazioni, quando notano il ghigno sul volto del loro capitano. Le braccia ridiventano carne e sangue, e reprimendo un’altra risata il Predatore apre una comunicazione.

-Ehi ! Chi si rivede, eh ?

*Ma chi parla ? Possibile che mi vengano passate chiamate del genere !? – gracchia il comunicatore.

-Sono io, Ti ! Andiamo, possibile che tuo padre non ti abbia parlato di me ?

*Conosco almeno una dozzina di Ti !!! Come osi usare questo tono confidenziale con-

-Sono il Predatore.

*…

-Allora, vuoi deciderti a portare le tue chiappe blu a bordo ?

-Capitano, stanno caricando le armi ! – urla Zey preoccupato, come è sempre quando si trova davanti qualcuno che non può zittire a pugni.

Diciotto scariche colpiscono in pieno gli scudi della nave, che si deformano sotto la tremenda pressione esercitata. La gravità artificiale non è sufficiente a garantire un volo sicuro in queste circostanze, così i tre passeggeri si ritrovano distesi sul pavimento prima ancora di essersene accorti.

Quando Zey si sta faticosamente rimettendo in piedi, si trova una luce accecante proprio in mezzo agli occhi. E’ soltanto il dito indice di Ti-Vell, ma interamente tramutato in energia, più che sufficiente a spargere sulle pareti il poco cervello di Zey.

-Prima regola sulla mia nave: nessuno mi chiama “Capitano”, sono stato chiaro !?

*Ti-Mell, noto come “Il Predatore” ! Sei stato condannato in contumacia a settecentomilaquindici condanne a morte per i seguenti capi d’accusa: danni a beni mobili e immobili per un valore di tredicimilacinquecento miliardi di crediti, tra cui cinque corazzate dell’Impero e l’approvvigionamento di quattordici colonie; furto di materiale bellico per l’ammontare di sei miliardi di crediti; infrazione dei codici di transazione commerciale con le colonie esterne, secondo l’articolo 1194 comma 74 bis; novantasette omicidi, cinquantadue lesioni a pubblico ufficiale, ed il mancato pagamento di quindici anni di tasse. Ultimo desiderio ?

-Sì. Puoi mettermelo per iscritto, che non riesco mai a ricordare tutta la mia fedina penale ?

-SIAMO MORTI ! – urlano Una e Zey, abbracciandosi l’un l’altra quando vedono tutte le armi nemiche attivarsi in contemporanea.

Ti-Vell si concede un mezzo sorriso mentre si toglie la giacca militare e la lascia cadere a terra.

-Okay, ora basta giocare.

 

Titano. Un posto generalmente tranquillo. Se solo non avesse la particolarità di aver dato i natali ad un certo adoratore della morte e se non si ostinasse ad avere a che fare con super-eroi terrestri e politica interstellare ogni due settimane…

Per Genis, questo posto è semplicemente “casa”. Certo, sa di avere nato in una provetta nei sotterranei, di averci passato al massimo un mese prima di trasferirsi altrove, e che tutti i ricordi che ha in merito sono artificiali. Però, che sia vero o meno, per lui questo è il posto dove è cresciuto.

A giudicare dal timbro di voce di Mentore deve trattarsi di una faccenda importante, per cui non si ferma a parlare con nessuno e vola direttamente dove la Coscienza Cosmica gli indica – la posizione di Mentore, alla banca dati centrale di ISAAC.

Nota: per chi non gli avesse mai parlato, Mentore di Titano possiede solo due toni di voce: quello da catastrofe cosmica e quello da calma assoluta. Non c’è via di mezzo, quindi se vi capitasse di sentirlo parlare con un misto di queste due voci iniziate a preoccuparvi.

-Genis… - saluta pacatamente con tono “calma assoluta”, senza distogliere lo sguardo dalle complesse sequenze di DNA che scorrono sugli schermi. Ad un osservatore poco attento, comunque, sembrerebbero una serie infinita di linee alla rinfusa.

-Quanto tempo, eh Mentore ? Non ci si vede da almeno due catastrofi planetarie !

-Ehm…

-Bentornato, Rick. Dall’esitazione di Genis immagino tu abbia appena fatto un’osservazione sagace sul nostro incontro.

-Ti ha salutato anche lui, Mentore…vero, Rick ?

-Sai, ogni volta che lo vedo mi chiedo perché non si tinge i capelli…

-Hm. Come no. Perdona la mia franchezza, ma mi attendono importanti questioni di politica interstellare e non voglio che la traccia sia troppo flebile per te, quindi arriverò al punto cruciale. Hai un fratello.

-…

-

-Credevo di dover attendere che mio figlio maggiore avesse distrutto l’universo per vedere voi due senza parole.

-Un…fratello, Mentore ?

-In effetti sotto quei capelli biondi il buon vecchi Marv poteva anche nascondere un paio di corna. Non pensavo che Elysius-

-Zitto, Rick !!!

-Oserei dire che era ora che tu glielo dicessi, Genis. Prima che tu me lo chieda…sì, ne sono sicuro. Vedi questi schemi genetici ?

-A me sembrano solo una serie infinita di linee alla rinfusa.

-E’ la comparazione del DNA di tuo padre con quello di tuo fratello…non c’è dubbio.

-E…chi sarebbe questo…

-Conosci quest’uomo, Genis ?

L’immagine sullo schermo è inconfondibile; soprattutto perché accanto all’immagine di Ti-Vell c’è il manifesto della sua taglia emanata dall’Impero Kree.

-Il Predatore…sarebbe mio fratello !?

-Fratellastro, per la precisione… i suoi geni sono interamente Kree. Dunque vi conoscete ?

-L’ho incontrato qualche tempo fa.

-Dì piuttosto che ti ha preso a calci nel sedere per tutto il Sistema Solare.

-Ma che ci faceva qui ?

-A causa di un…errore di programmazione…di ISAAC, ha ottenuto una nave e tutte le informazioni sulla vita del padre, codice genetico compreso. Solo qui ha scoperto di essere figlio di Mar-Vell…anche se nemmeno io capisco bene da dove arrivi, le informazioni su di lui sono molto frammentarie.

-Dov’è adesso !?

-Ho fatto molte indagini durante il tuo viaggio. Secondo le ultime informazioni è stato nel sistema solare di Arein.

-Lo conosco. Posso arrivarci in un paio d’ore.

-A quest’ora se ne sarà già andato. Non so se la tua Coscienza Cosmica può seguire una pista così lunga dopo troppe ore, quindi ho pensato che preferissi non perdere altro tempo.

-Hai fatto bene, Mentore. Partirò immediatamente, se non ci sono altre-

-Ahem !

-Che c’è, Rick ?

-Uh, senti…dato, uh, che a Los Angeles c’era…uh…sai com’è, quell’influenza…uh…pensavo…uh, visto che sei un alieno e tutto il resto…non è che, uh, potresti chiedergli…

-Ti sembrerà una domanda strana, Mentore…

-Da parte di un figlio artificiale che sta per inseguire un figlio illegittimo dello stesso padre ? Non credo proprio.

-Potresti dirmi il mio stato di salute ?

-In effetti mi sembra che tu abbia dormito troppo poco, ma a parte questo sei in ottima forma.

-Con una sola occhiata, wow…potrebbe essere l’unico chirurgo non plastico di Los Angeles ad essere ricco.

-Grazie, Mentore… non farò perdere altro tempo né a te né a me stesso.

Senza neanche il tempo di un saluto, Genis vola fuori dalla stanza, lasciando Mentore con ancora qualche dubbio. Spegne gli schermi e, con le mani dietro la schiena e uno sguardo meditabondo, riflette.

-Hhhmm. Un altro Vell. A volte, la vita è più pazzesca dei programmi terrestri che guardava Eros.

 

Lontanissimo dalla terra, così lontano che non conviene neanche soffermarsi su quanto siamo dannatamente lontani.

Per quanto malandata, una nave da guerra dell’Impero Kree rimane una nave da guerra dell’Impero Kree, trascurando il fatto che non c’è più nessun Impero ufficiale. A volte può non sembrare, ma ai tempi d’oro i Kree erano famosi per la propria strategia militare. Una delle più utili consiste nel circondare l’avversario posizionando le proprie navi come una sfera centrata sul nemico. Bella scoperta, si può pensare, nessun militare Kree si è mai lamentato: ha sempre funzionato.

Così si può spiegare perché, quando una delle diciotto navi esplode da un momento all’altro senza una spiegazione apparente, le altre diciassette restino ferme e non si sbrighino a friggere la minuscola nave che accerchiano: i soldati sono troppo occupati a guardare a bocca aperta.

Alla distruzione della seconda nave, posizionata di fianco alla precedente, la sorpresa lascia spazio alla determinazione, e tutti sono pronti a sparare. Poi, però, esplode una nave dall’altra parte dello schieramento, e inizia a serpeggiare il sospetto che si possa morire prima di fare fuoco.

Quando la quota di navi esplose sale a sette, tutte in ordine sparso, è chiaro che conviene sparare prima che non sia rimasto più nessuno. Così, a venticinque secondi dall’esplosione della prima nave, le restanti undici fanno fuoco… mancando il bersaglio. Zey-Rogg sarà anche uno scimmione con un cervello grande quanto una noce, ma non è neanche del tutto deficiente.

Quando esplode la decima nave, in molti decidono di rischiare di essere degradati piuttosto che morire in un’esplosione. Purtroppo, le loro navi potranno anche essere in grado di viaggiare nell’universo in un batter d’occhio, ma le loro mani sono più lente di un essere che si muove alla velocità della luce.

Ovviamente, dalla nave rubata dai figli di Yon-Rogg non si può apprezzare la sottile strategia di Ti; i due ricercati vedono solo diciassette navi esplodere l’una dopo l’altra in ordine casuale, e più che per le vite dei soldati sono preoccupati per l’eventualità di essere colpiti.

A bordo della nave più grande è quasi panico, a dimostrazione di come sia caduta in basso la qualità dell’addestramento delle truppe. Certo, molto dipende anche dalla quasi totale incompetenza del loro comandante.

Un raggio di radiazioni ad alta energia attraversa da parte a parte tutti i sistemi principali della nave, distruggendo tutto quello che può essere usato come arma o sistema di fuga, lasciando intatto solo quello che serve per non far esplodere anche questa nave.

Quando l’opera è compiuta, a poco più di un minuto dalla distruzione della prima nave, l’Accusatore a capo di questa piccola flotta si vede comparire davanti un Kree dalla pelle rosa, che sembra formarsi atomo per atomo davanti ai suoi occhi.

-Niente da dichiarare, Rogan ?

-S-s-sei in arresto… - risponde timidamente il magro Kree dalla pelle blu, puntando la sua Arma Universale contro il pirata di frontiera.

-Eheh. Hai decisamente più umorismo di tuo padre…e a quanto mi hanno detto, più di tuo fratello. Peccato sia l’unica cosa in cui sei migliore.

I complicati meccanismi dell’arma a forma di martello rilasciano una scarica energetica contro il petto di Ti…ma invece di colpire un corpo umanoide, l’energia attraversa solo la massa equivalente trasformata in raggi cosmici, per poi proseguire la propria corsa fino al muro più vicino.

-Con tutta la fatica che avevo fatto a non distruggerla…

Già danneggiata dai colpi di Ti, la plancia viene invasa dal vuoto nello spazio tramite il buco aperto dall’Arma Universale. La differenza di pressione è sufficiente a scaraventare fuori bordo tutti i soldati presenti, e anche Rogan viene sbilanciato. Ti lo afferra per l’armatura e, mantenendo metà della propria massa ancora solida e tramutando il resto in energia elettro-organica, vola fuori dalla nave.

Sull’altra nave, Una e Zey stanno solo pensando a come uscire dalla mira del nemico, ignari del fatto che non hanno più niente di funzionante con cui sparare. Una è sorpresa di notare la spia luminosa che segnala l’apertura del portello stagno, ma non è niente rispetto a quando vede Ti entrare nella stanza trascinandosi dietro un Accusatore mingherlino ed annunciando:

-Una, Zey… vi presento Rogan l’Accusatore, fratello minore del ben più famoso Ronan… e nuovo membro della nostra ciurma.

 

Golden Orange Comics. Sembra che il desiderio di Al sia stato esaudito: non c’è mai stato un giorno così tranquillo in quella fumetteria fin dal giorno dell’apertura.

Quando è ora di chiudere inizia a comprendere il motivo di questa tranquillità: Marlo è tornata a casa presto e i due nuovi dipendenti sono scomparsi da quasi mezz’ora. E’ sicuro di averli visti andare al piano di sopra… il capo non c’è, i clienti scarseggiano, lui cerca sempre di evitare il ragazzo (effetto collaterale del fatto che può lanciare scariche di energia) e, soprattutto, quei due hanno continuato a tubare per tutto il giorno.

I vari fattori si sommano nella mente di Al, escogitando un innocuo metodo per movimentare la giornata, sale la rampa di scale il più silenziosamente possibile. Invece di trovare i due pelleverde in atteggiamenti piccanti come si aspettava… Al ha decisamente letto troppi fumetti ultimamente… quando apre la porta dello studio vede una enorme testa di luce verde che parla con i due ragazzi, rigidamente sull’attenti e con lo sguardo vacuo. Fa in tempo solo a sentire poche parole e a notare la luce lampeggiante sui piccoli bracciali metallici che indossano i due…

*Fate più in fretta che potete, per qualche ragione è difficile impartire ordini mentali a quella… Bene bene, cosa abbiamo qui ? Un curioso, sembrerebbe.

Al osserva pietrificato la grossa testa di luce che si ruota verso di lui, e chissà perché solo ora nota che il cranio è incredibilmente deformato.

*Dimenticherai di essere venuto in questa stanza e non ricorderai niente di ciò che hai appena visto e sentito, d’accordo ?

-S-sì, padrone.

*Così mi piace. Oh, e un’altra cosa… d’ora in avanti insisterai perché ti si chiami con il tuo nome completo, Alice.

-Con piacere, padrone.

*Quando esci chiudi la porta, e già che ci sei tienimi da parte quella raccolta autografata di Watchmen.

Al esce e chiude la porta, iniziando a chiedersi dove possano essere finiti i ragazzi.

*E’ bello essere il Capo. Dov’ero rimasto ?

 

Lontanissimo dalla Terra, eccetera eccetera.

-Come sarebbe a dire “nuovo membro” !?

-E’ un Accusatore !

-Sei pazzo, Ti !

-Su questo si può anche discutere – risponde Ti lasciando Rogan e recuperando la giacca – Sul fatto che venga anche lui, no.

-V-v-i dichiaro in-in arresto in nome della S-suprema Int-

I tre ricercati lo guardano con uno sguardo poco rassicurante e, abbastanza stranamente per un Kree, Rogan capisce che è meglio stare zitto.

-Cerca di non esagerare adesso, Rogan – risponde Ti tornando ad occuparsi della giacca da indossare – La mia riconoscenza non arriva fino a quel punto.

-Quale riconoscenza ? Cos’hai a che fare con questo Accusatore ?

-Abbiamo tutti a che fare con quest’uomo, Una. Bizzarro, eh ? Sembra che qualcuno di noi attragga coincidenze strane. Siamo tutti eredi di grandi tradizioni familiari, ma nessuno è riuscito a uscire dall’ombra del padre. Tranne me, che ho saputo di mio padre da pochi giorni.

-Tutto questo che c’entra con Rogan ?

-Tu hai avuto una relazione con suo fratello Ronan, Una, a quanto ho sentito…a volte i pirati sono più pettegoli dei Badoon… mentre io sono il figlio illegittimo dell’uomo che ha ucciso vostro padre. Che coincidenza ritrovarci tutti quanti sulla stessa nave, non trovate ? Per chi crede alle coincidenze, cioè.

-Tu sei figlio di CHI !? – domanda Zey.

-Ma siete scemi !? Ve l’ho detto prima !!!

-Non avevo capito che eri uno di quei Vell… - rimugina Zey grattandosi la testa.

-Chiunque fosse tuo padre, non c’è nessuna coincidenza in questa storia vero ?

-A dire la verità ce ne sono parecchie, Una. Ma appena ho riconosciuto la voce di Rogan, ho capito che c’è un certo disegno attorno a tutto questo… e mi sono convinto ancora di più di dover tornare a Zor-kar-ee.

Rogan digrigna i denti nel sentire il nome di quel luogo, e Ti se ne accorge. Non che sia significativo, se ne è accorto persino Zey che sta ancora cercando di capire chi sia Rogan.

-Oh, lo conosci ? Sospettavo che tuo padre te ne avesse parlato. Sempre premuroso il vecchiaccio, vero ? Scommetto che ha versato fiumi di crediti per farti fare carriera anche se sei un incapace, e che ha insabbiato tutto quello che è successo tra me e lui.

-Perché, cos’è successo tra voi ?

-Non lo sapete ? Il padre di questa caricatura di soldato e del più grande Accusatore degli ultimi secoli è stato espulso dall’esercito per aver aiutato il più pericoloso dei pirati di frontiera…il sottoscritto.

-“Aiutare” come ?

-Non lo sapete ? E’ grazie a suo padre se ho il mio potere. Credete ancora alle coincidenze, adesso ?

 

Zona Negativa, l’universo parallelo composto blah blah blah.

Rick Jones è ancora seduto su di una roccia nel deserto, cercando di ricordare tutti i particolari salienti delle avventure con il Pantheon da inserire nel libro, pentendosi di non avere qualche foto di Delphi perché aiuterebbe senz’altro le vendite.

Marv non ha detto una parola da quando ha lasciato Titano, e ha chiuso la comunicazione mentale.

“Mi chiedo cosa significherà per lui la scoperta di un altro figlio di Mar-Vell, nientemeno che un pirata spaziale (strano che un super-eroe abbia dei figli super-criminali…beh, escludendo quel tizio…e quell’altro…come si chiamava ?). Poteva andargli peggio, comunque… una pazza invasata poteva dire di essere sua madre ed uccidere la sua ragazza con un attizzatoio. Anche se Genis non ha una ragazza…meglio non farglielo notare, se voglio insistere sul fatto che gli è andata bene”.

Sta ancora pensando per evitare di continuare a scrivere, quando sente un rumore a cui non era preparato. Passi. A centinaia.

Viene da pensare che in un deserto sia difficile essere sorpresi alle spalle da una cinquantina di umanoidi simili a lucertole, ma se pensate che questo sia strano, evidentemente non siete Rick Jones.

-¥ξΘ≈≡¶¿ǿə ! – urla uno di loro, e Rick si pente di aver sempre trovato ridicoli gli apparecchi di Rom, in particolare il traduttore universale.

 

CONTINUA

 

  

Note

Continua la lunga trama parallela di Ti-Vell, con l’aggiunta di un nuovo membro… a scanso di equivoci, Rogan è completamente inventato da me, e per sapere il legame della sua famiglia con Ti non vi resta che leggere i prossimi numeri o pensarci voi ad inventarle.

Dopo il numero scorso, in cui non c’è stata la voglia per parlare del Capo, si accenna nuovamente al suo piano per evitare che ve ne dimentichiate.

Sempre a scanso di equivoci, non c’è stato nessun cambiamento d’idea per la faccenda del tumore (solo Zey ci poteva cascare !), ma se pensate che la faccenda debba ancora concludersi… su quello avete ancora ragione, per ora almeno.

 

 

CAPITAN MARVEL #20

FIGLI

 

 

Zona Negativa. Un universo in cui nulla è come sembra. L’unica costante di questi spazi sconfinati è che prima o poi vi troverete invariabilmente nei guai.

Fosse anche solo per la spiacevole tendenza della forza di gravità a cambiare ogni cinque, seimila anni-luce (e neanche la velocità della luce è costante in tutta la Zona Negativa), o per l’incontro con una qualche creatura indigena, che secondo le statistiche ha il 67% di possibilità di essere Annihilus, compatibilmente con la sua agenda. In questo universo, la Legge di Murphy sarebbe l’unica branca della scienza con un minimo di attendibilità.

Nel nostro universo, visitare centinaia di pianeti senza trovare mai nessuno e potersene stare in santa pace non è esattamente quello che capita a tutti, ma può essere definito normale considerando quanto è vasto lo spazio. Nella Zona Negativa, che tra parentesi è forse più vasta, o siete il più fortunato figlio di buona donna della storia, o c’è qualcosa di strano. Per fare un esempio, le probabilità di stare a lungo tranquilli nella Zona Negativa sono minori di quelle di sopravvivenza se vendete ad Hulk un paio di pantaloni stretti all’inguine.

Ora, Rick Jones non è solo un grande intenditore di Hulk, ma anche un’autorità mondiale sulla sfiga come effetto collaterale dei super-poteri, quindi non è esattamente impreparato all’accoglienza di una cinquantina di alieni rettiliforme che gli puntano addosso lance d’osso.

-Σ ? – specifica uno degli alieni muovendo in cerchio la punta della lancia.

“Grande, la prima volta da secoli che incontro qualcuno del posto, e dev’essere per forza uno di quei tre o quattro che non hanno ancora inventato un traduttore universale prima dei terrestri” pensa Rick, sospirando mentalmente e mostrando i palmi delle mani, come a mostrare che non ha armi.

Gli alieni si guardano confusi tra di loro, qualcuno appoggia la lancia per guardarsi le mani.

-Rick – scandisce chiaramente indicando se stesso con entrambi gli indici, e ripetendo il gesto più volte. Gli alieni sembrano ancora più confusi, poi il più vicino a Rick alza la coda e lo indica più o meno allo stesso modo.

-ǿ~ςΰ■

Poi indica se stesso imitando il gesto di Rick ma alternando il movimento delle due mani.

-Rick – ripete indicandosi con la mano destra, aggiungendo – ЃЖ¶ξ – quando si indica con la mano sinistra. Poi indica l’alieno al suo fianco e dice – ξΘ≈; infine, indica il cielo ripetendo - ξΘ≈-, terminando la frase indicando Rick e dicendo –Vell.

Rick e l’alieno si guardano per più di quaranta secondi, senza che nessuno dei due si muova.

-Okay, non ho la più pallida idea di cosa cavolo significhi.

 

Spazio. Non una sua parte in particolare, solo… nello spazio. La mente di Genis-Vell è concentrata su una flebile traccia lasciata da dei motori spaziali che non aveva mai visto. Ad essere precisi, è la sua Coscienza Cosmica a mostrargli la traccia, e la sua mente a seguirla.

Dopo tutta la faccenda Frost è ancora un po’ restio ad affidarsi completamente al suo presumibilmente infallibile sesto senso, proprio perché si è dimostrato molto poco infallibile. Per esempio, non lo ha protetto da un blocco mentale del Capo, né da un attacco Infernale.. Ha continuato a cambiare opinione sulla presenza o meno di un tumore nel suo cuore. Non gli ha fatto capire che il Predatore era suo fratello…anche se, ora che ci pensa, la Coscienza era spenta per la maggior parte dello scontro. Se la Coscienza Cosmica fosse viva, si potrebbe dire che ultimamente aveva ben poca voglia di lavorare.

Viaggiando a velocità molto superiori alla luce, incanalando nelle Nega-Bande energie a dir poco spaventose, ha già rintracciato il punto in cui la nave di Titano ha smesso di segnalare la propria posizione, seguito la scia lasciata dalla nave che Ti ha rubato dopo, e ora sta seguendo le tracce della successiva. Conoscendo il suo codice genetico, scoprire su quale nave è salito è semplicissimo.

Si potrebbe considerare praticamente impossibile un inseguimento tra due galassie quando le tracce sono vecchie di molti giorni, ma non esiste segugio migliore di un super-eroe alieno incazzatissimo col potere di ascoltare l’universo.

E’ comunque necessaria una grande concentrazione per questa caccia, quindi Genis non può permettersi il lusso della compagnia di Rick Jones.

Sfortunatamente, proprio in questo momento Rick gradirebbe non poco il suo aiuto. Gli alieni sembrano leggermente nervosi, adesso: hanno smesso di fare domande nella loro lingua ed hanno iniziato ad agitare sempre di più le lance.

“Forza, Rick… hai incontrato un milione di razze aliene, non vorrai farti fermare da un qualcosa di trascurabile come la totale ignoranza della loro lingua e del loro modo di pensare ? Potrei dirgli “Klaatu barada nikto” per quello che serve !”

-Цдэ╚ !!! – intima con tono molto arrabbiato quello che, finora, è sembrato il capo del gruppo. Dal suo metro e venti di altezza cerca di affondare la punta della lancia nello stomaco dell’intruso, ma Rick non ha grossi problemi ad anticiparlo e a fermare con una mano la lancia.

-ς ?

-Allora, chiariamo una cosa – risponde l’umano facendo brillare le Nega-Bande – Se fosse per me sarei da tutt’altra parte, ma i miei spostamenti non dipendono esattamente da me, chiaro ? Quindi piantatela di agitare queste cose, tanto non potete farmi niente !

Con estrema sorpresa da parte di Rick la lancia scompare in un bagliore di luce che non è stato lui a causare. Approfittando della situazione gli alieno si dispongono in cerchio, con l’eccezione dell’alieno di fronte a Rick che non fa un solo passo.

-ЖǿΣ, λςξ barada • nikto ∆ỹ.

Le decine di alieni, Rick, e qualche tonnellata di terreno sottostante si sollevano con un movimento fluido, salendo fino a una decina di metri da terra. Poi, sempre più velocemente, l’improvvisata piattaforma inizia a muoversi verso sud.

-Siete proprio gente strana, voialtri.

 

Ai confini più esterni della Piccola Nube di Magellano. Un pianeta relativamente piccolo, meno della metà della Terra per dimensioni. L’atmosfera rarefatta brucia a malapena a contatto con la nave che sta atterrando, una vecchia nave militare Kree rovinata dagli anni e dai colpi inferti nelle ultime ore.

Cuscinetti gravitazionali rendono l’atterraggio morbido, nonostante il chiaro rumore di vetri rotti possa trarre in inganno. Una parte dello scafo si sposta, rivelando una rampa in discesa, sulla quale scendono con calma due persone, un uomo massiccio dalla pelle rosa e una donna attraente dalla pelle blu. Entrambi hanno un microscopico dispositivo innestato grossomodo dove gli umani hanno la carotide. I passi sono incerti, dato che i muscoli devono ancora abituarsi alla gravità ridotta.

Dietro di loro, due uomini molto diversi si muovono invece con sicurezza, per due motivi molto diversi. Rogan l’Accusatore grazie agli adattatori gravitazionali inseriti nell’armatura, mentre a Ti-Vell il Predatore basta diminuire la propria massa trasformando ossa ed organi in fotoni; in parole povere, fluttuando.

-Serviva proprio rubare un’altra nave per arrivare qui ? – domanda Zey-Rogg, guardandosi intorno e scorgendo soltanto rocce, erba e strani fiori luccicanti.

-Tecnicamente avete infranto la legge anche solo mettendo piede su questo pianeta… questo settore è sotto il diretto controllo dell’esercito… - si lamenta Rogan, riuscendo a trovare un po’ di coraggio o, più probabilmente, di incoscienza.

-Tecnicamente posso friggerti il cervello neurone per neurone se non la pianti – puntualizza Ti – E poi, dalla guerra con gli Shi’ar non c’è più nessun altro pianeta abitato in questo settore.

-Comunque Zey ha ragione, che ci facciamo qui ? E’ stato un viaggio corto con i motori dell’esercito, ma qui ci sono solo fiori.

Una si china per raccogliere uno degli stranissimi fiori che ha visto. Il gambo è di un acceso colore blu, dal quale esce un bellissimo cristallo di vetro perfettamente sfaccettato, simile a un diamante rotondo, che contiene una specie di polline viola sabbioso. Ti guarda il fiore e sorride.

-Il mio primo grosso affare. Quando ho lasciato il pianeta mi sono portato dietro cinque quintali di fiori e li ho rivenduti ad un rigelliano come rarissimi fiori-diamante di Dakkam. Mi ha pagato una fortuna, mentre era solo vetro.

-Siamo venuti fin qui per raccogliere fiori !?

-No, anche se penso che me ne porterò dietro un paio di tonnellate. Nelle mani giuste possono valere centinaia di milioni di crediti, solo perché sono rari. Sai, l’universo è pieno di cretini che si divertono con poco…

-Ehi, Una ! Senti che rumore buffo che fanno quando li schiacci !

-Appunto.

-Cos’ha a che fare questo pianeta vuoto in mezzo al nulla con il discorso sull’uscire dall’ombra dei nostri padri ?

-Niente.

-E allora perché…

-Perché sette anni fa ho rinunciato a qualcosa qui, e da quella scelta è scaturito tutto quello che sono ora. Adesso, però, inizio a chiedermi se quella scelta non mi abbia privato di un qualcosa che non avrei mai potuto immaginare. E ora, se volete scusarmi, devo vedere una persona…

 

Genis torna al mondo della fisica newtoniana quando rallenta a velocità sub-luce. Avrebbe di gran lunga preferito sbagliarsi che capitare nella sorta di cimitero di astronavi che si trova davanti. Diciassette navi con chiare insegne Kree. E’ sufficiente guardarle per capire che sono state pesantemente danneggiate (per usare un eufemismo) da potenti colpi energetici che hanno distrutto motori, armi e sistemi di sostegno vitale.

Nello spazio siderale galleggiano i corpi senz’anima dei soldati che non sono stati uccisi dalle conflagrazioni o dalle radiazioni. Genis rabbrividisce; nessun Kree degno di definirsi tale dovrebbe colpire l’avversario in questo modo. E, anche se non accetta completamente le tradizioni dei suoi simili, sa cosa deve fare.

Le Nega-Bande assorbono tutta l’energia fotonica disponibile, brillando fino a quando non sono al loro massimo. Solo quando ha visualizzato mentalmente ogni cadavere rilascia tutto quando, generando una sfera energetica che si espande in cerchio per diverse centinaia di metri.

Neanche una cellula sopravvive, e le navi vengono ridotte in pezzi sparpagliati su diversi milioni di chilometri quadri. Chi ritroverà il luogo della battaglia arriverà alla conclusione che i soldati hanno combattuto a lungo e valorosamente. Così, le famiglie dei caduti non verranno disonorate dalla loro sconfitta.

Ora, però, è il momento di pensare alla sua famiglia. Rintracciare la rotta in linea retta della nave mancante è semplice. Facendo appello a tutta la propria forza di volontà per ricaricare le Nega-Bande così presto dopo la grande esplosione di prima, Genis si collega al flusso fotonico proveniente dalla Piccola Nube di Magellano e, per qualche ora, è la cosa più veloce dell’universo mentre sfreccia nel vuoto tra le galassie.

 

Confini della Piccola Nube, un piccolo pianeta. Una colonna di pietra alta più di trecento metri, simile a quelle scolpite dal vento. Ma su questo mondo non c’è nemmeno abbastanza vento da spostare un capello, e la colonna si innalza in un punto assurdo dal punto di vista geologico.

Sulla cima di questa strana formazione rocciosa, un cerchio perfettamente sferico e levigatissimo, è seduto un uomo dalla pelle blu e dai capelli d’argento, che non dimostra nemmeno vent’anni. Siede a mezz’aria con le gambe incrociate, le mani tese a formare una V appena sotto la sua testa. Ed è nudo come un verme, anche se in modo ben più regale. Non apre gli occhi quando sente una voce familiare pronunciare il suo nome.

-Kezaaka.

-Ti.

-Speravo quasi di rivederti con addosso un paio di pantaloni.

-Perché sei qui ?

-Neanche un “bentornato” ? O non posso neppure passare a salutare il mio benefattore ?

-Con il tuo ultimo saluto mi auguravi di partecipare ad una violenta esperienza omosessuale con una Bestia di Traal in calore in astinenza da vent’anni. Non sono stato in ansia per il saluto successivo.

-E non hai sentito come ho salutato il vecchiaccio, sei anni fa.

-L’ho sentito, ma se lo ripetessi ad alta voce dovrei meditare per cinquemila anni come penitenza. Non sei qui con il Capitano, però, ma con suo figlio.

-Non ti sfugge niente. Il vecchio ha tirato le cuoia un paio d’anni fa. Non l’ho più visto da…

-Sì, l’ho appreso collegandomi alla mente di uno dei soldati che sono venuti qui tre mesi dopo per rivendicare il pianeta.

-Non ne ho saputo niente.

-Ho cancellato l’evento dalla mente dell’intero Impero. Puoi anche tornare alla tua nave con la tua ciurma, non so niente delle coincidenze delle ultime settimane.

-Detesto parlare con chi mi legge la mente.

-Essere un omnipate immortale ha i suoi vantaggi, ma uccide una conversazione. Ricordi che ti dissi che sapevo saresti tornato ?

-Fino a un paio di mesi fa, avrei giurato che non sarei mai e poi mai tornato qui. Ma adesso…

-…adesso hai capito che non importa quanti mondi tu possa depredare, quanti piaceri terreni tu possa sperimentare, o quanto alta possa diventare la tua taglia… tutto questo non ti sta portando a quello che volevi.

-Sì – risponde Ti-Vell distogliendo lo sguardo, lasciando cadere per un attimo la maschera del pirata senza pietà.

-Allora, ragazzo mio, bentornato.

 

Molto più in basso, Zey sta caricando sulla nave tutti i fiori di vetro che riesce a raccogliere (escludendo quelli che rompe, che sono quasi i tre quarti). Rogan sta fissando la sommità della strana formazione rocciosa, stringendo il più forte possibile la sua Arma Universale.

Notando il suo nervosismo, Una si avvicina e inizia a guardare anche lei la stessa cosa.

-Da quanto tempo è lassù ?

-Qualche ora – risponde l’Accusatore degnandola a malapena di uno sguardo.

-Apprezzo che tu non abbia più tentato di arrestarci, da quando siamo atterrati.

-Non che non potessi farlo, sia chiaro – risponde con tono incerto – Ma non sono così stupido da mettermi contro il Predatore.

-Aveva ragione…sul fatto che sai che posto è questo ?

-Sì. Non conosco tutti i particolari, ma questo è il pianeta dove sono precipitati il Predatore e mio padre, sette anni fa. Era ancora un criminale da niente, all’epoca, ed era insieme ad un migliaio di prigionieri che venivano trasferiti ad un’altra prigione dopo… una riorganizzazione delle forze nei settori adiacenti.

-Conosco il gergo militare. Avevamo perso. Poi che è successo ?

-Non deve interessarti, donna. Hhm, mi chiedo come abbia fatto tuo padre a proteggerti dai Segugi così a lungo, con così poca discrezione.

-E’ per questo che hai continuato a fissare la scollatura per tutta la missione ?

-Non confondermi con mio fratello, Una. Non sono vittima del fascino femminile come lui, figuriamoci di una succhia-energia.

-Non preoccuparti, se sei come tuo fratello c’è ben poco su cui lavorare.

-Attenta, Una-Rogg, non accetto del sarcasmo da una sgualdrina figlia di un fallito !

-Oooh, quando il capo non c’è il cagasotto si fa coraggioso… Senti un po’ – risponde Una afferrandolo per il colletto dell’armatura e trascinandolo verso di sé -

Mio padre mi leggeva le gesta dei grandi conquistatori Kree tutte le sere, e tu non sei neanche degno di passare alla storia tra i più grandi falliti dell’universo, quindi un’altra parola su di lui e ti ritroverai con qualche attributo di meno prima ancora che mi sia tolta dalle labbra il retrogusto della tua vita !!! Chiaro il concetto !?

Rogan deglutisce alla vista della scarica di energia che passa sulle labbra di Una, vicinissime alle sue.

-C-chiaro.

-Una ! Se vuoi mangiartelo almeno aspetta che mi abbia aiutato con questi fiori del– ehi, cos’è questo fischio ?

A poche decine di metri, una cometa dalla scia rosso e blu si schianta a terra, sollevando tanta polvere da coprire tutta la propria scia. Gran parte dei fiori di vetro esplode solo per l’onda d’urto che si propaga per la flebile atmosfera. Persino la nave trema, e l’impatto è sentito anche sulla sommità dello strano monte.

Una, Zey e Rogan azionano le armi e si avvicinano con estrema cautela al punto d’impatto. Quando vedono due riflessi dorati avvicinarsi a scatti, Zey e Rogan sparano verso la figura che si delinea attorno alla luce, ma i colpi vengono immediatamente deviati e si dirigono fuori dal pianeta.

Poi, passo dopo passo, una figura umanoide esce dal cratere che ha creato, e la sua identità è ben chiara prima ancora che il fumo attorno a lui si sia diradato.

-Avete appena sprecato la vostra unica possibilità di non essere attaccati – annuncia Capitan Marvel.

 

Nel periodo di tempo necessario a Zey per portare alla massima estensione e potenza il proprio esoscheletro e a Rogan di attivare tutti i sistemi d’arma di cui dispone, Genis ha già eretto una barriera fotonica che basterebbe a fermare tutti i treni in corsa del mondo senza neanche sforzarsi, e lo stesso vale per i loro colpi energetici. Zey decide immediatamente di passare al corpo-a-corpo, mettendosi sulla linea di fuoco di Rogan; guidato dalla Coscienza Cosmica, è facile trovare il momento più adatto per alzarsi in volo e seminare tutti i loro colpi successivi, che seguono la sua scia luminosa per tutto il percorso.

Zey inizia a sospettare qualche falla nella propria strategia quando uno dei suoi raggi colpisce in pieno Rogan, mettendolo al tappeto per qualche secondo.

-Fiero dei tuoi gingilli, Vell ? Affrontami da uomo a uomo !

Appena atterrato, Genis accetta la sfida e resta fermo quando il colossale Kree in armatura carica verso di lui, con abbastanza forza da ridurlo in poltiglia ora che non ha alzato nessuno scudo. Resta fermo mentre il suo nemico urla a più non posso, scansandosi solo all’ultimo istante. Mentre Zey cerca di non cadere, Genis carica la mano destra di energia e colpisce dove secondo la Coscienza Cosmica c’è l’accumulatore che potenzia la forza di Zey.

Sta ancora tentando di voltarsi, cosa non facile quando indossi tre tonnellate di tecnologia, quando un raggio laser ben focalizzato fonde le giunture principali sul petto, e due mani brillanti di luce squarciano l’armatura come se fosse di cartone.

-Vogliamo fare senza poteri ? Nessun problema.

Anche armato solo dei suoi innesti cibernetici, Zey-Rogg non è il tipo da capire quando ha perso una battaglia. Così, si lancia verso Genis lanciando pugni a caso, ricevendo come risposta un unico pugno alla mascella. Anche se ci mette un po’ a capire la situazione, Zey crolla a terra privo di sensi.

-Genis-Vell – urla qualcuno alle sue spalle – Ho emesso un verdetto, e la sentenza è…morte !!!

L’Arma Universale di Rogan emette il raggio antimateria per cui ha impiegato parecchio tempo a ricordare il comando (non credereste a quanti pulsanti nascosti ha un’arma di quel genere), bloccato da Genis con entrambe le mani, circondate da energia luminosa. Anche se Rogan non può immaginarlo, è un attacco molto pericoloso perché le Nega-Bande tentano di entrare in sintonia con l’antimateria, e proprio non volete sapere quante cose possono saltare per aria se emettete antimateria a fiumi. E’ anche abbastanza difficile restare in quella posizione senza far toccare le Nega-Bande tra loro.

Genis si ritrova a digrignare i denti per lo sforzo di estendere lo scudo ed evitare che l’antimateria schizzi in tutte le direzioni, avvicinandosi sempre di più alla fonte. Anche se avrebbe potuto saperlo con la Coscienza Cosmica, è fortunato ad aver attuato questa strategia perché a causa dell’enorme rinculo dell’arma Rogan non può spostarsi a sua volta. A sua volta, comunque, Rogan potrebbe sapere che è il momento di cambiare attacco, ma è troppo nervoso per pensarci e quando inizia ad avere dei dubbi lo scudo di Genis è così vicino che l’Arma Universale si fonde tra le sue mani, colando sul suolo del piccolo pianeta.

-Penso che farò ricorso.

Un pugno allo stomaco ben assestato (e debitamente potenziato) basta per superare le difese dell’armatura aliena e a mettere fuori combattimento anche l’Accusatore. Giusto il tempo di riprendere fiato e chiedersi cosa sia la strana colonna di pietra che ha davanti, e Genis si ritrova le gambe di Una-Rogg sulle spalle, con un coltello di energia diretto verso la sua testa.

-Questo è per mio padre, Genis !

Guidata dalla Coscienza Cosmica, la mano di Genis afferra il polso di Una premendo il nervo giusto per farle lasciare la presa.

-Per la milionesima volta, Una, vostro padre si è ammazzato da solo facendo esplodere lo Psico-Magnitrone. Vi credevo ad impestare i sobborghi di un qualche pianeta sperduto dell’ex Impero, che ci fate qui ?

Senza dare una risposta, Una si sbriga a premere un piccolo pulsante sul guanto destro, che una volta elettrificato è sufficiente a distrarre Genis quanto basta a lasciarla scendere e colpirlo con un calcio alle ginocchia per farlo cadere.

-Preferisco giocare un po’ con le mie prede, di solito – spiega quando carica la pistola che ha estratto dalla cintura – Ma capirai, sono questioni di famiglia.

*Precisamente.

Una vera e propria tempesta elettrica si abbatte sulla pianura, tra cui molti fulmini particolarmente persistenti che circondano Una e Genis.

*Allontanati da lui. E’ mio.

La donna ripone l’arma e obbedisce; non si discute con un fulmine che parla. Mentre Genis si rialza, davanti a lui i vari fulmini convergono in un unico punto, formando una forma umanoide composta di elettricità, che si trasforma lentamente dai piedi fino alla testa in Ti-Vell.

-Ti stavo proprio aspettando, fratellino.

 

Una-Rogg è sicuramente il tipo di donna che sa quando conviene allontanarsi il più possibile, e non ha tutti i torti a riconoscere questo come uno di quei momenti.

-Non chiamarmi…mai più… in quel modo – ringhia Genis una volta in piedi, guardando dritto negli occhi di Ti.

-Altrimenti ?

-Altrimenti inizierò a chiamarti “Capitano”.

-Devo riconoscere che non sei del tutto un incapace; non è da tutti seguire una traccia così lunga e frammentata. A cosa devo l’onore ?

-Intendo portarti su Titano, trovare il modo di toglierti i poteri, e poi portarti davanti ad una corte marziale Kree per i tuoi crimini.

-E sappiamo entrambi che quelle corti hanno un’unica sentenza. Progetto ambizioso, sai ? Non so come funziona sui pianetucoli su cui hai vissuto, ma dalle mie parti non assegnano una taglia da ottocento miliardi di crediti al primo che passa.

Genis non risponde, troppo intento a fissare Ti negli occhi. Dopo una decina di secondi di silenzio, Ti ridacchia.

-Eheh, stai cercando di vedere se ci somigliamo ? O se assomiglio a nostro padre ?

Ancora nessuna risposta da parte di Genis.

-Dimenticavo, tu non l’hai mai visto. Com’è dedicare tutta la propria vita a diventare come qualcuno che non hai mai conosciuto ? Sai, c’erano cose molto interessanti sui file che ho letto…

Lo sguardo di Genis si fa ancora più determinato di prima, ma non si muove.

-Mi stai guardando con la tua Coscienza Cosmica, per caso ? Ti risparmio un po’ di lavoro: mi trasformo in qualunque tipo di energia, viaggio alla velocità della luce se voglio e non c’è niente che possa impedirmi di ricompormi. Pensi di potermi stare dietro con quella bigiotteria ?

Gli occhi di Genis si rilassano, tornando all’espressione neutra di prima. Quelli di Ti si iniettano quasi di sangue.

-Allora !? Non hai proprio niente da dirmi !?

Con una velocità inaspettata, Genis sferra un pugno direttamente sul naso di Ti, che sbilanciato non riesce ad evitare il successivo calcio nei denti.

-Sì, dovresti sbattere le palpebre meno spesso.

-Pensi di poter fare il furbo con me !? – urla Ti passando le dita della mano sinistra sul sangue, e lanciando gli atomi dell’avambraccio destro sotto forma di energia calorica, che Genis non riesce ad evitare.

-Non ti permetterò di infangare ancora il nome dei Vell, Predatore – lancia la sfida Genis, caricando le Nega-Bande di energia in una posa da pugile.

-E io non mi faccio mettere sotto da un pivellino che ha ereditato le armi di papà !

Il braccio si riforma appena in tempo per l’attacco: Ti carica verso il fratellastro con le braccia di energia atomica, dando pugni superveloci che vengono bloccati esclusivamente grazie alla Coscienza Cosmica, il massimo per anticipare le mosse dell’avversario.

Una scarica di energia non basta ad impedire che la testa di Ti si riformi atomo per atomo, così come una piccola tempesta di elettroni liberi non è sufficiente a cogliere Genis impreparato.

La battaglia procede su un lato fisico per quasi tre minuti, in cui Ti non riesce ad assestare un solo colpo a causa della Coscienza Cosmica, e Genis non riesce a concludere di più a causa della tremenda velocità di Ti. Giunti a questo stallo, è evidente che entrambi devono dare più di quanto credessero per vincere.

Si passa ad uno scambio velocissimo di colpi energetici, il cui unico successo è di far arretrare leggerissimamente l’avversario. Qualunque energia usata da Ti viene deviata dalle Nega-Bande, e qualsiasi frequenza usata da Genis non riesce ad intaccare lo stato intangibile di Ti.

Abbandonata anche questa tattica, Ti-Vell si ritrova per la prima volta da anni con il fiatone, ed è costretto ad ammettere ad un fluttuante Genis:

-Sei bravo.

Lo scontro passa ad un nuovo livello quando Ti si trasforma completamente in energia ed attacca Genis, che riesce ad evitarlo per due volte consecutive prima di essere colpito ed atterrato; Ti però non riesce ad infliggere un altro colpo quando viene riflesso da un altro scudo fotonico.

Approfittando di un millesimo di secondo di confusione dell’avversario, segnalato ovviamente dalla solita Coscienza Cosmica, Genis recupera gran parte delle proprie forze e lancia una scarica di sei metri di diametro che passa attraverso il corpo intangibile di Ti, per poi abbattersi sull’innocua colonna di pietra alle sue spalle. Genis viene distratto dalla vista della colonna che si ricostruisce da sola, e quando avverte l’avvicinarsi di Ti fa a malapena in tempo ad erigere uno scudo veramente risibile.

Momentaneamente a terra, Genis viene colpito con una frequenza sempre maggiore dall’intera gamma di energia a disposizione di Ti, decisamente ampia, ma arrivando quasi a prosciugare le Bande riesce a resistere fino a quando, stremato per le continue trasformazioni, Ti si ricompone non molto distante da lui.

-Non credevo, ma è una gran bella gara. Immagino che siamo praticamente uguali, noi due.

-Noi non siamo uguali !!! – urla Genis rialzandosi.

-Uh ?

-Lo vuoi capire !? Tu sei figlio di Mar-Vell, il più grande eroe della storia Kree ! Non capisci che stai infangando la sua memoria !?

-Tu dici !? Chiedi a qualunque Kree, o persino agli Skrull o agli Aakon, chiunque ti dirà che tuo…nostro padre era il più grande nemico che avessero mai incontrato, uno dei criminali più pericolosi della storia. E dici che io non sono come lui ? Mi sembra che tu abbia idealizzato un po’ troppo quel tipo !

-Stai…zitto !!!

La reazione di Genis è rabbiosa, violenta; si lancia contro Ti con uno spirito combattivo che non aveva mai sognato, che però sfortunatamente ha poco più effetto di tirare pugni a caso nell’aria quando il tuo nemico può trasformarsi in neutrini a piacimento.

-Torna solido ! Torna qui e ripeti quello che hai detto !

*Con piacere.

Prima ancora che l’informazione arrivi al cervello, Ti è alle sue spalle e lo sta colpendo alla testa con entrambe le mani, che esplodono al contatto lasciandolo non poco confuso. Mani e Bande sono pronte all’ennesimo scontro diretto, e l’adrenalina è già a livelli che sarebbero tossici per un essere umano… ma i due contendenti vengono fermati da una scarica di energia che proviene dalla sommità della colonna di pietra, creando un muro energetico che li separa.

-Cosa…

-Sembra che il padrone del locale non gradisca le risse – risponde Ti recuperando fiato.

-Ascolta, non voglio combattere !

-Come no, ti sei precipitato qui come un meteorite, hai attaccato subito la mia ciurma, e non sei stato esattamente a porgere l’altra guancia. Tu sei venuto qui esclusivamente per combattere.

-Siamo entrambi figli di Mar-Vell, Ti. Sono sicuro che potremmo…

-Figli di… Ma non farmi ridere ! Ho letto tutto su di te, dimentichi ? Non sei neanche suo figlio, sei solo una…cosa creata in laboratorio e invecchiata artificialmente… Pama, e io che credevo che mia madre fosse una puttana ! Almeno lei lo faceva per soldi… ma prendere il DNA di un ex che ha appena tirato le cuoia e mettersi incinta da sola ! Per quello che serviva, poteva anche farsi mettere incinta dal primo che passava, magari anche da quel vecchietto… scommetto che non ha salvato tuo padre perché voleva farsela ! E tu credi di poter dire a me come dovrei vivere !?

-BASTA !!!

Genis assalta Ti con una furia talmente grande da mandare in frantumi il muro di energia, arrivando persino a mettere le mani attorno al collo di Ti e a farlo cadere a terra prima ancora che si sia reso conto di cosa è successo. Poi inizia a picchiarlo selvaggiamente, crepitante di energia.

-Tu non mi conosci ! Non sai niente di me e di mio padre, capito ? NIENTE !

Ti si libera con una scarica energetica a malapena sufficiente ad allontanare il fratellastro; non perde tempo a distanziarlo di qualche metro, perché Genis sta già volando verso di lui al massimo dell’energia, con i pugni in avanti pronti a colpirlo.

-Non avresti dovuto insultare mio padre, Predatore ! Adesso è finita !

-Sì, è finita. Questa volta mi hai davvero fatto incazzare, fratellino…

 

Los Angeles, California. Marlo Chandler-Jones rientra in casa, contenta di essere riuscita trovare un paio di appartamenti per i due nuovi dipendenti della fumetteria. E trovare un appartamento decente a Los Angeles è incredibilmente più dura che salvare l’universo, per cui ha degli ottimi motivi per essere fiera. Appesa la giacca alla copia dell’asse di Silver Surfer sente una discreta raffica di vento… eppure hanno appena rimesso il telo di protezione davanti allo storico buco nel muro.

Sicura di trovare qualcuno arrivato a chiedere l’aiuto di suo marito o, più probabilmente, di Capitan Marvel, si avvicina al suddetto buco.

-Omiodio… - si lascia scappare alla vista di Genis svenuto e sanguinante davanti al buco.

-Che ti è successo ? – gli chiede una volta rigirato, rabbrividendo alla vista delle vistose bruciature che ha sul petto e della faccia tumefatta e gonfia.

-Così veloce…non l’ho neanche…visto arrivare… - riesce a biascicare, prima di sputare sangue e svenire.

 

CONTINUA…

 

 

CAPITAN MARVEL #21

Tutt’altro che la verità

 

 

Los Angeles, California. Appartamento di Rick Jones e signora. Genis-Vell riacquista lentamente i sensi, anche se preferirebbe non averlo fatto. Ogni respiro gli procura un dolore atroce al petto e alla schiena. Il suo occhio sinistro non risponde molto bene. La fronte è fredda e bagnata. Sente una cacofonia di frasi sconclusionate. No, un secondo, quella è solo la televisione. Ma non ci sono televisori nella Zona Negativa… o almeno lo spera.

-Come ti senti ? – domanda una voce femminile che conosce bene. Marlo.

-In grande. Come sono arrivato qui ?

-Alla grande. Ti ho trovato steso per terra, davanti al buco nel muro. Che ti è successo ?

-Le ho prese. Parecchio. Forse Rick può dirmi… ouch, meglio di no. Devo aver battuto la testa.

-E’ più probabile che qualcuno ci abbia giocato a rugby. Ti avrei medicato, ma sei per metà alieno…non sapevo se sarebbe stata una buona idea. E non ho neanche provato a farti cambiare di posto con Rick, non dovresti muoverti figuriamoci andare in un’altra dimensione.

-Molto…saggio, Marlo. Uh, come mai ho della stoffa bagnata sulla testa ? Ho cinque costole rotte e un polmone perforato, non la febbre. Quanto tempo…

-Tre ore. Hai mormorato qualcosa durante il sonno, ma non in una lingua terrestre credo. Dio, come fai ad essere ancora vivo in quelle condizioni !?

-Le Nega-Bande potenziano il mio metabolismo, e poi sono per metà Titano. Siamo duri da mettere sul pavimento.

-Al tappeto. Te la senti di parlare con qualcuno che avresti preferito non vedere mai più ?

-Mi sarei aspettato un po’ più di gratitudine, terrestre – risponde una voce calma e profonda, con un accento che solo Genis riconosce.

-Oh, ed esattamente perché dovrei esserti grata, Tiktak ?

-Tehnek, e ti avevo pregato di non storpiare ulteriormente il mio nome.

Genis si alza leggermente, ma una fitta tremenda alla testa lo obbliga a tornare giù alla svelta, dopo due forti colpi di tosse.

-Salute anche a te, o Prescelto.

-Per l’ennesima volta, Tehnek, non ho intenzione da fare da messia a voi Eterni Kree, e adesso ho ben altre cose da fare – risponde spazientito, prendendo un lungo respiro e riuscendo a mettersi seduto, solo per tossire sempre più forte ed evitare per un niente di svenire.

-Dove credi di andare ?

-Tranquilla, Marlo, sto benissimo – risponde non molto convinto.

-Davvero ?

-Potrei stare peggio – dice osservando il sangue blu sulla mano sinistra su cui ha tossito – Devo fermare una persona… ne parleremo dopo, Tehnek. Giusto il tempo di chiedere a Rick come sono tornato qui e-

-Io non lo farei – risponde con tono deciso l’Eterno. Solo ora Genis lo guarda, anche se nelle sue attuali condizioni lo scambierebbe per qualunque altro Kree dalla pelle blu e i capelli d’argento con una tuta da combattimento grigio e oro.

-Hai una piccola commozione cerebrale. Meglio non rischiare. Ascolta, Prescelto, devi rimandare qualsiasi opera su questo pianeta e venire subito con me su Zor-Te-Nag.

-Senti un po’, Turok, ai una bella faccia tosta a comparire qui da un momento all’altro a dare ordini ! – si lamenta Marlo.

-Terrestre… se non fosse stato per me, il Prescelto ora fluttuerebbe senza vita nello spazio. E mi chiamo Tehnek.

-Un momento…io ero su un pianeta, non nello spazio.

-Chiariremo tutto durante il viaggio. Non preoccuparti delle tue ferite, posso guarirti con facilità.

-Non ho intenzione di venire con te ! – urla Genis, sputando ancora sangue.

-Ti assicuro che non ti verrà fatto alcun male.

-Mi hai preso per un idiota ? Dì alla tua gente che il loro divino Prescelto ha trovato un pianeta più sacro.

Tehnek volge lo sguardo alla televisione, seguito da Genis.

-“Mia moglie era un alieno transessuale ed ora vuole gli alimenti” ! Divorzi spaziali questa sera a Questo Triste Pianeta Malaaaato !

Seguono alcuni momenti di silenzio, poi Marlo spegne la TV.

-Sì, vedo che hanno bisogno di un po’ di miracoli – commenta l’Eterno con un leggero sorriso sulle labbra.

-E va bene – sospira Genis – Esclusivamente perché non mi è piaciuto il modo in cui si è concluso il nostro ultimo incontro.

-Gorrtenaza Terash.

-Solo una cosa…non ripetere quella specie di preghiera. Allora… dicevi di potermi curare ?

-Facilmente. Ma prima devo chiederti un ultimo sforzo. La mia nave è in orbita attorno a questo pianeta, a un quarto della distanza del suo satellite naturale. Pensi di poterci arrivare con le tue sole forze ?

-Preferirei farlo una volta guarito.

-Non è possibile…nemmeno un Eterno può compiere un simile atto da una distanza così ampia.

-Mi stai dicendo che hai bisogno della tua nave per curarmi ?

-No, sto dicendo che io sono sulla mia nave in questo momento.

Genis e Marlo si scambiano uno sguardo più confuso del solito.

-Quella che vedete è un’immagine mentale – chiarisce Tehnek, evidentemente poco felice di doverlo fare – C’è una griglia energetica attorno al pianeta; se l’avessi attraversata fisicamente sarei stato individuato, persino con la mia nave. Tecnologia di molto superiore allo standard terrestre, aggiungerei.

-Deve essere quella cosa di cui mi avevano parlato i Vendicatori… per individuare eventuali minacce extraterrestri. E’ un qualcosa per cui potrei aver bisogno di aiuto ?

-Non dai terrestri – risponde quasi disgustato l’Eterno.

-D’accordo, faremo a modo tuo per il momento. Ma ti avverto che non mi farò troppi problemi ad informare i Vendicatori di eventuali trappole o trucchetti.

-Come se potessero fare realmente la differenza.

Genis si lascia scappare un sorriso.

 

Zona Negativa. Per un attimo, Rick analizza la propria situazione. Si trova in una dimensione parallela, chiuso in una gabbia che sembra fatta con canne di bambù ma resiste alle scariche delle Nega-Bande. La gabbia pende da un albero viola, attorniato da dozzine di enormi tavoli dove umanoidi simili a lucertole, tutti identici, mangiano quelle che sembrano lucertole molto più piccole.

“Oh, beh, sempre meglio di quella volta in cui Boggs mi ha fatto cantare in un locale country dove non c’erano bagni…chiuso il giorno dopo dall’ufficio d’igiene”.

-Scusate…ehi, vi dispiace guardare da questa parte ?

Nessuno degli alieni alza gli occhi dal cibo.

-Ecco, apprezzo veramente tanto che non abbiate ancora provato a mangiarmi, ma credo di aver assorbito abbastanza la vostra cultura adesso, quindi vi dispiacerebbe liberarmi ? No, eh ? E se vi promettessi un appuntamento con la sorella di Lizard ? Niente ? Almeno vi dispiacerebbe portarmi qualcosa da mangiare, possibilmente qualcosa senza squame ? Ma che parlo a fare, tanto non capite una sola parola di quello che dico.

Uno degli alieni si alza dal tavolo, portando con se una delle piccole lucertole, e la deposita sul fondo della gabbia prima di tornare al suo posto.

-Dovresti parlare di meno stando zitto. Almeno urla in silenzio – dice l’alieno mentre si siede, in un inglese impeccabile, lasciando Rick a bocca aperta.

-Che razza di… ehi, torna qui ! Perché non mi volete parlare ?

-ђψ.

-Oh, al diavolo.

Rick si rimette seduto, fissando la piccola lucertola.

-Almeno posso sapere se è commestibile ?

-Non ti farà niente – risponde un altro alieno – E’ velenoso per la tua specie. Non mangiarlo.

-Allora perché me l’avete dato !?!? Decidetevi se parlarmi nella mia lingua o nella vostra !!

-Юбд.

-Rick, vecchio mio, quando imparerai a stare zitto ? – si lamenta da solo, fissando la lucertola.

 

Nel nostro universo, su di un piccolo pianeta ai confini della Piccola Nube di Magellano. Una-Rogg sta aiutando il fratello a riparare il proprio esoscheletro, con mezzi di fortuna presi dalla nave che hanno rubato. Rogan cerca di fare lo stesso con la propria Arma Universale.

Nessuno ha detto niente nelle ultime ore, se non per farsi passare qualche utensile o maledire la propria situazione. E’ Zey a rompere il ghiaccio, abituato com’è a rompere le cose.

-Comunque io vi avevo detto di lasciarlo a me – mormora mentre Una esegue una saldatura sulla spalla.

-Non è vero – risponde Rogan.

-Dovevate farlo lo stesso ! – urla agitando le braccia, sbilanciando Una che quasi gli disintegra la faccia con il saldatore.

-Pama ! Stai un po’ attento !!! Ho un emettitore di plasma in mano, razza di scimmia denebiana !

-Se tu avessi usato quello su Vell…

-Non gli avrebbe fatto niente, altrimenti avrei già usato la mia arma per farlo…gliel’avrei fatta vedere io a quel rapitore – risponde eccitato Rogan.

-Stavo parlando di quell’altro, imbecille.

-Oh. Anch’io, cosa credi ? Voglio dire, il Predatore è su quella collina da ore e…

-Rogan, questo è il tentativo più patetico di causare un ammutinamento che io abbia mai visto – gli risponde Una senza nemmeno guardarlo.

-No, no, non volevo dire quello… anche se, in effetti… la nave sarebbe anche già prona a partire…

-E Ti ci ucciderebbe subito.

-Andiamo, non avrete mica paura di quel prepotente !? Non ha neanche avuto il coraggio di uccidere il fratellastro ! Se non fosse stato per quel tizio sulla montagna, lo avrei condannato a morte io stesso ! Vorrei proprio vedere Ti-Vell a…

-Sì ?

Nessuno dei tre si aspettava di sentire un’altra voce, e si voltano di scatto verso la sua fonte. Nel farlo, Una lascia cadere il saldatore, pronto a perforare un polpaccio di Zey…se non fosse per un raggio di energia che, partendo dalla mano di Ti, devia il flusso di plasma quanto basta perché Una afferri saldamente l’attrezzo di fortuna.

-Cerca di stare più attenta, Una. Non sarà un granché, ma quello che stavi per azzoppare è un sempre un terzo del mio equipaggio.

-Ehi !

-Cos’è che stavi dicendo, Rogan ?

-Ah ? Niente, niente ! Solo che avrei preferito poter uccidere Genis-Vell ! Nient’altro !

-Rogan, il mio capo ingegnere aveva più spina dorsale di te, ed era un mollusco. Qual è lo stato delle nostre provviste ? Sufficienti ?

-Io mi sono portata dietro del cibo sufficiente per una settimana – sorride Una indicando Rogan. - …due, se contiamo mio fratello, anche se piuttosto che toccare tutti e due morirei di fame.

-Ehi ! – rispondono all’unisono i due presi in causa.

-Preferirei del cibo che non riducesse il mio già poco numeroso equipaggio, Una. Potremmo dover restare anche più di due settimane, quindi assicuratevi che le provviste siano sufficienti.

-Che ci facciamo ancora su questo pianeta !? E’ uno schifo e non c’è niente di interessante !

-Come il tuo cervello, Zey, ma non per questo ci lamentiamo. In ogni caso, voi tre non avete poi molta scelta; la nave è bloccata.

-Da chi ? – chiede Una alzando un sopracciglio.

Ti non risponde, indicando piuttosto con la strana montagna.

-Ah, sì !? Beh, chiunque ci sia là in alto, gliela faccio vedere io ! – sbraita Zey alzandosi in piedi, venendo bloccato per un braccio dalla sorella.

-Zey, per la prima volta nella tua vita, pensa. Chiunque sia, ha bloccato la lotta tra Ti e Genis, che ha poi spedito nello spazio. E’ oltre la nostra portata.

-Anche dalla mia, per forza di cose – risponde Ti con uno strano tono di voce, mettendosi a sedere su una roccia.

-Che vuoi dire ? – domanda Una, guardando di sfuggita anche l’Accusatore.

-Non rispondere, Rogan…tu non sai tutta la storia. Devo riposarmi prima del prossimo allenamento, quindi…forse è ora che vi racconti cosa è successo su questo pianeta dimenticato dall’Impero sette anni fa.

 

A cinquantamila chilometri dalla Terra. Una microscopica scintilla di luce percorre la suddetta distanza, serpeggiando invece di andare in linea retta come al solito. Capita, quando volate nello spazio senza essere nemmeno in grado di restare in piedi senza che vi giri la testa. Per fortuna di Genis, il suo ospite sa delle sue condizioni e in questo momento sta spostando la nave per venirgli incontro.

Soltanto un briciolo di Coscienza Cosmica attiva informa Genis della presenza del mezzo, dato che la nave è in occultamento telepatico; speciali dispositivi al suo interno emettono particolari frequenze studiate per entrare a contatto con la maggior parte dei sistemi nervosi centrali e dare un certo effetto. Altri dispositivi riflettono la luce visibile e deviano le onde radio, rendendo così – di fatto – la nave completamente invisibile alle capacità di osservazione terrestri.

Genis non sta pensando a tutto questo, naturalmente. Una volta trovato il portellone d’ingresso e sentita la gravità artificiale, è impegnato a vomitare sul pavimento granitico. Poco prima di perdere conoscenza sente dei passi.

Quando si risveglia, una forte luce circolare gli offusca ulteriormente la vista. Mettendosi a sedere, trova di non avere più i dolori lancinanti di prima. In pochi secondi analizza la stanza in cui si trova: semplice e spartana, composta interamente di un materiale simile al marmo all’apparenza. Non ci sono porte e l’unica fonte di luce è un qualcosa di simile a un neon sul soffitto.

-Ti senti meglio ?

-Non c’è paragone – risponde mettendosi seduto e recuperando la parte superiore del costume (non si era neanche accorto di essere a torso nudo).

-C’è altro che posso fare ?

-Potresti crearti dei vestiti, Tehnek. Senza offesa, non avrei fatto storie se si fosse trattato di Shanaaka, ma non sei il mio tipo.

Con una smorfia, l’Eterno Kree muove un dito ed il suo corpo viene avvolto da un tessuto argenteo estremamente sottile, ma non per questo poco resistente.

-Questo è un retaggio dei Kree normali che non riuscirò mai a comprendere.

-Siamo già in viaggio, immagino.

-Naturalmente. Arriveremo a Zor-Te-Nag, il mio pianeta, entro poco tempo. Mi sarei espresso con le unità di misura a te più abituali, se tu non avessi eretto una debole barriera mentale.

-Ricordo ancora qualche trucchetto titaniano… anche se non penso di averlo veramente imparato.

-Ti faccio notare che non l’ho superato esclusivamente per cortesia.

-Meglio cambiare discorso… Non sarebbe meglio andare nella cabina di pilotaggio ?

-Questa nave non ha un centro di comando, quindi non c’è motivo di cambiare alloggio. Meglio che tu resti seduto…alcune delle ferite erano molto gravi. Effettivamente, se non fosse stato per le Zorr-Ke-Neshher…

-Nega-Bande, Tehnek. Il vostro modo di chiamarle evoca brutti ricordi, come quasi tutta questa situazione.

-Peggiorerà soltanto…sappi che il mio popolo non è nella situazione migliore. Altrimenti, non avrei mai contattato un rosa per…

-Una civiltà di potenti barbari guerrieri guidati da un sovrano con quattro cellule cerebrali funzionanti ed una casta segreta di sensitivi ? Che strano che non ve la passiate bene.

-E’ stato il terrestre a suggerirti questa risposta ? – domanda Tehnek con sdegno.

-No, ma è nel suo stile. A proposito, se vuoi scusarmi un secondo…

Appoggiando due dita alla fronte, Genis chiude gli occhi ed attiva completamente la Coscienza Cosmica. Il suo corpo viene ricoperto di stelle mentre la sua mente attraversa le dimensioni.

-Riesci a sentirmi, Rick ?

Davanti ai suoi occhi vede Rick Jones circondato da decine di lucertole antropomorfe che si muovono in maniera convulsa… Rick sembra allo stesso tempo sollevato e molto, molto confuso.

-Rick ? Sono Genis, riesci a sentirmi ?

-Oh, Marv ! Da quanto tempo ! Che diavolo ti è successo, ti sei messo a fare jogging sul girovita di Blob ?

-Rick, non hai idea di quanto mi senta meglio dopo averti sentito, anche se non ho la minima idea di cosa tu abbia detto. Sono alieni della Zona Negativa, quelli !?

-Già…era solo questione di tempo, eh ? Dicono di chiamarsi Syeki, e credimi sono mille volte più pazzi di noi due messi assieme. Ehi, quello non è l’Eterno Kree che abbiamo incontrato una vita fa ? Tekken o qualcosa del genere ?

-Tehnek, sì. Ascolta, ho avuto uno scontro con Ti-V…con il Predatore, e le ho prese. Parecchio. Quindi mantenere la comunicazione è un grosso sforzo per me, al momento…pensi di riuscire a fare a meno di me per qualche altra ora ?

-Sicuro…non avevo un granché da fare sulla Terra, e se capire questi lucertoloni diventasse troppo noioso – anche se di sicuro non può diventare troppo facile – ho sempre con me l’occorrente per continuare a scrivere il mio libro.

-Non leggerglielo o ci faranno subito guerra.

-Marv, inizio a preoccuparmi seriamente, quella era un’ottima battuta.

-Sono successe molte cose. Ti ricontatterò non appena mi sarò sentito un po’ meglio, d’accordo ? In caso di emergenza sarò in ascolto.

-D’accordo, ma non fare troppo il farfallone su quel pianeta di nudisti dove ti credono un dio.

-Purtroppo avrò altro da fare, sembra. Genis, chiudo.

L’effetto della Coscienza Cosmica svanisce, e Genis riapre gli occhi per vedere la faccia di uno scocciato Tehnek.

-Ancora non hai scaricato il terrestre ? Mi chiedo che utilità continui a trovarci.

-Rick vale dieci milioni di volte più di te, Tehnek. Allora, qual è la situazione sul pianeta degli dei dalla pelle blu…e come mai non c’è anche Shanaaka, con te ? Credevo faceste insieme questo genere di missioni.

-La commozione cerebrale ti ha fatto forse dimenticare gli eventi del nostro ultimo incontro…Prescelto ?

-Mi avete intrappolato in una sorta di gioco politico per togliere il potere al vostro re e darlo alla setta dei Sensitivi, di cui Shanaaka faceva parte. Che è successo ?

-Abbiamo vinto, naturalmente.

-E dove sarebbe il problema ?

-Che Shanaaka attualmente è la regina, e le cose vanno infinitamente peggio di prima.

-Tehnek, non ho la minima intenzione di aiutarvi di nuovo…

-Questo è un bene, Prescelto, perché sono venuto da te per trovare un alleato che mi aiuti a spodestare Shanaaka e a far tornare il vecchio ordine.

-Non hai partecipato anche tu a creare la situazione attuale ? – domanda Genis portandosi di nuovo in dito sulla fronte, per frenare l’emicrania. La comunicazione è stata estenuante.

-Naturalmente, ho anche io le mie colpe. Ma ciò che importa è che questo ordine non riuscirà a resistere al ritorno del nostro più grande traditore… l’uomo chiamato Kezaaka.

 

Piccola Nube di Magellano. Il sole sta per tramontare su di un piccolo pianeta dimenticato da tutti. Ai piedi di una strana montagna quasi cilindrica, quattro persone sono riunite attorno a quella che assomiglia alla versione futuribile di una torcia elettrica. Due di essi vengono anche debolmente illuminati da una mano il cui indice ha appena iniziato ad emettere una debole luce giallastra.

-Stai fermo. Se ti muovi, rischio di amputarti un braccio.

L’avvertimento di Ti sembra non rassicurare molto Zey, che inizia a sudare freddo quando il dito inizia a saldare il lato più esterno del suo esoscheletro.

-Non preoccuparti. Se mi sbaglio, ti taglio anche la testa così non sentirai niente.

-Forse potremmo tentare di aggiustare il saldatore – suggerisce Rogan, innervosito dalla noncuranza di Ti.

-Credo che ci siano provviste a sufficienza per un anno intero – conclude Una dopo aver passato in rassegna una lista sul piccolo computer che ha in mano.

-Bene. Ci sono dei frutti commestibili sul pianeta, ma ne ho mangiati per molti mesi di fila e, potendo, eviterei di rifarlo.

-Me ne ha parlato mio padre. Disse che, se non fosse stato per te, gli sarebbero bastate le provviste della nave.

-Tipico del vecchio capitano. Se non fosse stato per me, non avrebbe neanche dovuto preoccuparsi delle provviste, dato che sarebbe morto comunque. Ti avevo detto di stare fermo, Zey – le ultime parole sono quasi coperte dal rumore delle scintille.

-Dove ero rimasto ?

-Eri sulla nave prigione per il trasferimento – risponde Una.

-Già, proprio sul bello. Non so bene cosa sia successo, dato che ero nella mia cella, ma la nave ha iniziato ad inclinarsi e dopo un po’ abbiamo colpito il suolo. Molto violentemente. Ora, la mia cella era molto vicina alla parte dello scafo che rimase più danneggiata. Una qualche esplosione aprì una breccia proprio nel muro della cella, non molto ampia, ma abbastanza perché ci passassi. La gravità era molto strana, quindi caddi praticamente subito dopo aver messo piedi fuori dalla nave. Dopo un ruzzolone di diverse decine di metri, vidi che la nave era caduta in una specie di canyon. C’è ancora il segno, sicuramente, più o meno dall’altra parte del pianeta credo.

-Perché mio padre la riportò indietro. Dev’essere stato un impatto molto forte, viste le condizioni in cui era.

-Non rovinare il racconto, Rogan. Dicevo…ero riuscito a scappare per pura fortuna, quindi decisi di usarla al meglio. Mi nascosi in una grotta fino al giorno dopo, quando uscii per trovare da mangiare. Il vecchio capitano mi ritrovò praticamente subito…la sua armatura non aveva un solo graffio. Ci volle un bel po’, dopo parecchie botte ed insulti, per capire cosa fosse successo. Alla caduta, il capitano utilizzò una sorta di uscita di emergenza per scappare; non so se le fanno ancora. Riceveva solo due segnali vitali in tutto il pianeta, ed io ero il più vicino.

-E gli altri prigionieri ? Tutti morti nell’impatto ?

-Pensavamo di sì, Una, anche se più tardi scoprimmo che a tutti era scoppiata la testa subito dopo la mia fuga. L’unico motivo per cui il vecchio non mi uccise, penso, fu perché non se la sentiva di parlare da solo per tutto il viaggio – l’altro segnale era molto lontano – anche se ci insultammo e basta. Alla fine, attratti dal segno nel terreno, arrivammo qui.

-Quale segno ? – lo interrompe Zey.

-Giusto…con la montagna non è più così semplice vederlo. All’epoca, questo era una semplice pianura. Il gigantesco triangolo rosso disegnato sul terreno era un indizio non da poco. Al centro, in meditazione, c’era un Kree completamente nudo, che non ci salutò nemmeno. Dopo un po’, il vecchio perse completamente la pazienza e gli sparò con la sua Arma Universale. Il tizio nudo si trasformò immediatamente in energia, lasciandosi oltrepassare dal raggio – Ti ignora completamente la sorpresa sul volto del suo equipaggio, Rogan compreso, e continua il suo racconto.

-Ci provò diverse volte, senza successo. Per una settimana o giù di lì, il tizio nudo non sembrò neanche notarci. Poi si decise a parlare, senza preavviso. Disse di chiamarsi Kezaaka, di essere uno dei perduti Eterni Kree e di essere dispiaciuto per la sorte dei nostri compagni. Il vecchio iniziò a fargli mille domande, ma Kezaaka rispose solo a quelle a cui voleva. Era stato lui a distruggere la nave, questo ce lo disse subito. Pensava che fossimo suoi nemici, e per proteggersi aveva fatto schiantare la nave. Non incontrava nessuno da decine di migliaia di anni, e non si aspettava niente di buono. Quindi, per andare sul sicuro uccise tutti quelli che erano a bordo della nave; inutile sottolineare che io e il vecchio eravamo fuori.

-Come può una persona sola…anche un Eterno…sabotare una nave di quelle dimensioni, e a quella distanza !? – lo interrompe Rogan.

-Kezaaka non è un Eterno come tutti gli altri. Il vecchio non faceva altro che chiedergli due cose: riparare la nave e rivelargli il segreto del suo potere. Rispose che non poteva uscire dal triangolo, neanche volandoci sopra, e che da così lontano non poteva riparare la nave. Non che io ci creda molto. Ci volle molto più tempo per farlo parlare del potere, ma alla fine si decise a parlare…esasperato dal vecchio, credo. Disse di essere l’ultimo praticante di un qualcosa chiamato “Wa-kaar-e”, una sorta di esercizio mentale degli Eterni Kree… disse che per loro significava, più o meno, “unione della mente con il cosmo”.

-Mio padre non mi ha detto niente di tutto questo !!!

-Disse che tutti gli Eterni Kree hanno il potenziale per controllare ogni atomo del proprio corpo, come tutti gli altri Eterni…ma aggiunse che suo padre aveva fatto il passo successivo. Il controllo di Kezaaka sul proprio corpo era tale da poterlo trasformare in qualsiasi forma di energia. Il vecchio iniziò a perdere interesse nell’argomento proprio quando io iniziavo ad appassionarmene; iniziai a fargli io delle domande, mentre il vecchio tornava alla nave per recuperare delle provviste e tentare di contattare l’Impero. Kezaaka mi disse subito che ero io l’unico motivo per cui non eravamo morti quando il vecchio lo aveva attaccato, perché aveva “trovato del potenziale” in me, qualunque cosa significasse. Diceva anche che i Kree non hanno le caratteristiche fisiologiche per poter imparare il Wa-kaar-e, ma che esisteva la possibilità di ottenere un qualcosa di molto simile grazie alla tecnologia. Quello che è successo dopo dovresti saperlo, Rogan.

I due Rogg passano a fissare intensamente l’Accusatore, in attesa della prosecuzione.

-Ah, devo raccontarlo io ? Non c’è molto da dire…dietro le istruzioni di Kezaaka, mio padre combinò un' Arma Universale, uno Psico-Magnetrone ed un acceleratore genetico Skrull…tutte armi che aveva recuperato dalla nave. Utilizzò il procedimento su se stesso, ma non funzionò. Kezaaka disse di non riprovarci, dato che il sistema poteva funzionare solo una volta, e che la seconda sarebbe stata letale. Mio padre…sottomise Ti al procedimento…che funzionò.

-Esclusivamente perché Kezaaka lo fece funzionare…dietro la sua posa da amante dell’universo c’è davvero un gran bastardo.

-Ti si allenò con Kezaaka per il resto dell’anno, per poi lasciare il pianeta una volta in grado di farlo. Mio padre invece riparò i motori della nave e tornò all’Impero. Si batté a lungo perché gli scienziati replicassero il procedimento, ma tutto ciò che riuscirono a fare fu trasformare un terrestre in una sorta di bomba vivente…credo si chiami Nitro e sia ancora in circolazione.

-Più precisamente – risponde Ti – la macchina, senza l’esercizio mentale e qualche modifica fisica al cervello, è di per sé inutile. La macchina ha trasformato i miei atomi in “atomi a memoria di stato”, dandomi la possibilità di scorporarmi o integrarmi a piacimento. Senza le modifiche al cervello, però, non è possibile scegliere il tipo di energia in cui trasformarsi, o controllarla.

-Proprio una gran bella storia – dice Una alzandosi in piedi – Ma non spiega perché sei tornato qui, e perché dobbiamo rimanerci per dei mesi.

-E’ molto semplice. Secondo Kezaaka, esistono cinque stadi nell’apprendimento del Wa-kaar-e. Il primo stadio è quello che viene garantito dal procedimento, non molto diverso da quello usato su quel Nitro. Attualmente, io sono al terzo livello. Kezaaka è al quarto, e solo suo padre arrivò a ridosso del quinto. Kezaaka sta studiando per arrivare al quinto livello da migliaia di anni, sperando così di superare il triangolo, ma…a suo dire…dato che la base del mio potere è artificiale, non dipende dal controllo mentale tanto quanto il suo. Per questo sono arrivato così avanti in così poco tempo… ma avevo fretta di lasciare il pianeta e prendermi una rivincita con l’universo, quindi lasciai al terzo livello. Prima di lasciarmi andare, Kezaaka mi disse queste semplici parole: “Tornerai, nessuno si ferma a pochi passi dal paradiso”. Adesso, finalmente, credo di aver capito cosa voleva dire.

 

CAPITAN MARVEL #22

Un sottile filo rosso

 

 

-Il nulla.

La voce è calma e rilassata, meno acuta di quanto non fosse prima. Gli occhi di entrambi gli uomini sono chiusi, ed entrambi sono seduti a terra.

-Riesci a sentirlo ? Tra le molecole del tuo corpo. Tra gli atomi del tuo corpo. Tra i nuclei e gli elettroni di ogni atomo del tuo corpo…il nulla.

-Sì, lo sento. Sembra di sentire una conversazione tra i membri del mio equipaggio, ma lo sento.

Le labbra dell’uomo bianco si muovono in un piccolo sorriso, e quelle dell’uomo blu in una piccola smorfia.

-Ora che lo senti… riempilo. Ogni atomo, ogni particella subatomica è un piccolo sole che aspetta solo di bruciare. Bruciare. Bruciare.

I due uomini sembrano esplodere, ma non c’è rumore. Solo della luce in forma umanoide, che illumina la notte di un piccolo pianeta sperduto.

-Il primo livello – dice l’uomo blu – La forza della mente. Noi ci siamo mossi nel vuoto; ci siamo espansi, ma siamo sempre noi. Non perdere il contatto con te stesso, o svanirai; non aver paura, o resterai materia.

-Dobbiamo fare tutto questo stupido rituale ? So arrivare al terzo stadio in un picosecondo…

-Ora – lo interrompe con poca pazienza il maestro – noi muoveremo il nulla. Perché un viaggio non si interrompe con il primo passo. Muoviti attorno al nulla… ascolta ciò che è intorno a te e imitalo…muoviti attorno al nulla…

Le due masse di luce cambiano luminosità, colore, intensità, e mille altre caratteristiche meno evidenti.

-Il secondo livello – dice l’uomo blu – Il dominio della mente sulla materia. Noi controlliamo ciò che è intorno al vuoto; lo abbiamo mosso, ma esso è sempre con noi. Non avere fretta, o sarai solo luce; non pensare al vuoto, o ti inghiottirà.

-Potevamo saltare tutto questo senza grossi problemi, lo sai vero ?

-Ora, il nulla ci verrà incontro. Perché un viaggio non si interrompe quando si intravede la sua lunghezza. Non importa quanto sia vasto il nulla dentro di noi, non perderemo mai la strada verso noi stessi. L’elettrone non perde il nucleo, e i tuoi atomi non si perderanno tra di loro. Ricorda chi sei tu e chi è il nulla. Tu non sei il nulla, il nulla non è te, vi evitate ma non potete separarvi. Ascolta il nulla. Ascolta il tutto. Ascolta.

Le due forme luminose si separano a metà, si ricompongono, si allargano e si restringono, esplodono in mille direzioni e tornano insieme.

-Il terzo livello – dice l’uomo blu – La molteplicità delle cose. Tu sei l’energia e l’energia attraversa il nulla; noi ci muoviamo, ma siamo sempre fermi per noi stessi. Dal calore alla gravità al movimento, tutto è energia e noi siamo il tutto. Non bruciare troppo o ti esaurirai; non dimenticare chi sei o tornerai indietro.

-Abbiamo finito ? – domanda spazientato l’uomo bianco, anche se ora è energia.

-Sì, per adesso sì.

Ti-Vell e Kezaaka riaprono gli occhi e si guardano l’un l’altro.

-E’ stata una colossale perdita di tempo. So già fare tutto questo; voglio andare oltre.

-Non c’è un oltre se non lo vuoi guardare.

-Eeeh !?

-Dipende da ciò che vuoi essere. Se per te il Wa-kaar-e è solo un trucchetto per diventare potente, congratulazioni, sei già al massimo stadio.

-Beh, grazie tante, allora. Potevi dirlo subito, e non sarei neanche tornato a cercarti.

-Ci sono altri due stadi, ovviamente – Kezaaka solleva due dita, trasformandole in energia – Ma servono altri motivi.

Ti sta per fare un commento sulla cosa, ma viene zittito dalla trasformazione del secondo dito di Kezaaka in un’altra forma di energia.

-Come…credevo si potesse usare una sola energia alla volta…

-Niente motivazioni, niente energia – gracchia Kezaaka, con un sorrisetto che non utilizzava da settecentocinquantamila anni, e tutte e dieci le dita delle mani trasformate in altrettanti tipi di energia.

 

Il sole non la vuole smettere di tramontare, e Rick Jones si asciuga il sudore sulla fronte. E’ stato su molti mondi alieni, ma quelli desertici sono i peggiori. Riparandosi all’ombra di una strana pianta violacea, guarda cosa ha scritto:

“La Zona Negativa. Un luogo come tanti altri, anche se le vostre molecole sono composte di antimateria. Benvenuti sul pianeta…ecco in realtà il pianeta non ha veramente un nome, è solo un piccolo pianeta sabbioso che orbita ad una piccola stella in una piccola galassia. Tutto molto normale, pur considerando che lo spazio in cui si muove tutto questo è cosparso di aria. Il che, secondo gli scienziati terrestri, è impossibile.

In realtà, c’è una spiegazione. Lo spazio può essere pieno d’aria se l’attrito è praticamente nullo. Questo, secondo alcune culture che iniziano ora a viaggiare nello spazio, è impossibile. Ovviamente c’è una spiegazione anche a questo. L’attrito è nullo solo nello spazio planetario; nelle altre situazioni, l’ambiente è del tutto simile a quello della nostra dimensione. Anche questo, secondo le più avanzate culture stellari che ho incontrato, è impossibile.

In ogni caso, la cosa non dovrebbe creare problemi ai visitatori, visto che le leggi della fisica cambiano a seconda del luogo in cui ci si trova, quindi non ci si deve meravigliare troppo. Anche perché tutte le culture del nostro universo probabilmente affermano che questo è impossibile.

In sostanza, se l’impossibile per voi non è un problema, potete venire a visitare il pianeta…come si chiama”

Prima che possa continuare a rileggere le proprie avventure su questo pianeta, Rick viene interrotto dall’ombra di una delle lucertole umanoidi che compongono la popolazione locale. Quando alza lo sguardo, però, ce ne sono tre.

-Oh, salve – è tutto quello che riesce a dire. Scriverà qualcosa di meglio sul resoconto.

-Noi siamo i Syeki – risponde uno degli alieni.

-Ah. Ehm…okay.

-Capito ?

-Sì, certo. Syeki. Bel nome.

-No. Non Syeki. S-y-e-k-i. Noi siamo i Syeki.

-Va bene. E…questo dovrebbe dirmi qualcosa ?

-No. Pensavamo solo che non potesse interessarti.

-Ah…

-Noi siamo i Syeki – dice un altro dei tre.

-Ho capito.

-Non ti interessa ?

-No no, mi interessa. Gran bel nome, davvero. C’è qualche altro significato ? Syeki vuol dire qualcosa ?

-Solo “Syeki”.

-Capisco. Sentite…prima di me…era mai passato nessuno ? Qualcuno di diverso da voi ?

-Tu.

-Io ero già passato di qui ?

-No. Non tu…quell’altro.

-Quell’altro chi !?

-Tu.

-Non ci sto capendo niente… vi preferivo quando parlavate la vostra lingua.

-Ma è la tua lingua, visto che non lo è. Noi siamo i Syeki.

-Lo hai già detto.

-Comunque noi siamo i Syeki.

Rick chiude il bloc notes, iniziando a pensare a quanto sarà lunga questa giornata e a cosa potrebbe fare a Genis per averlo lasciato da solo con questa gente…

 

A poche centinaia di migliaia di anni-luce dalla Grande Nube di Magellano. A bordo di una nave senza porte e senza punti di osservazione, dove il viaggio sembra lunghissimo.

Genis ha lasciato per un attimo Tehnek a concentrarsi sulla rotta da seguire, per attivare la Coscienza Cosmica ed analizzarsi un’altra volta. Sente il suo stesso cuore. Non c’è un tumore. Adesso ne è sicuro. Allora perché, finora, non era stato in grado di capirlo ? Perché non riusciva a guardare nel punto giusto ?

Le domande devono essere rimandate, perché il suo compagno di viaggio è già di ritorno dalle sue peregrinazioni mentali.

-Allora…cos’è questa storia del nuovo governo che non funziona ? Chi sarebbe questo traditore ? E soprattutto…cosa c’entro io, Tehnek ?

-Immagino sapessi che saremmo arrivati a questo momento, prima o poi- per la prima volta, sul volto del guerriero Eterno si dipinge un’espressione di tristezza – Molto bene. E’ una storia che inizia molto, molto tempo fa… in una galassia molto, molto lontana dalla… non ci trovo niente da ridere, Prescelto.

Perfetto contraltare di Tehnek, Genis sta infatti trattenendo a stento una sonora risata. Riesce in qualche modo a ricomporsi, ma non a smettere di sorridere.

-Sì, sì, scusa…devo aver frequentato troppo Rick. Continua.

-Inizia più di un milione di anni fa, ed è la storia di due fratelli.

Genis smette immediatamente di sorridere.

-I due fratelli si chiamavano Goshnaara e Shireeka, ed erano gli Eterni Kree più straordinari di tutta la storia passata e futura. Anche rispetto a degli dei in carne ed ossa, erano dei giganti. Possedevano un intelletto titanico, un corpo indistruttibile, una disciplina mentale infrangibile e tutte le qualità dei grandi Eterni, al massimo grado. I nostri filosofi più illustri hanno dimostrato chiaramente che gli Eterni Kree sono già all’apice dell’evoluzione, e che quindi non è possibile andare oltre, essendo già arrivati alla perfezione; tuttavia, si può tranquillamente affermare che i due fratelli fossero un po’ più che perfetti.

-Considerato che, se ricordo bene, Goshnaara è tuo padre, posso capire da chi hai ereditato la modestia.

Ignorando il commento di Genis, l’Eterno continua.

-Tuttavia, anche se la perfezione era loro diritto di nascita e non c’era assolutamente alcun modo per capire chi fosse il più capace in qualsiasi campo… dato che entrambi erano così al di sopra di ogni definizione possibile… in quanto a carattere, i due fratelli non potevano essere più diversi. Goshnaara era il tradizionalista, intento a portare avanti la Gloriosa Tradizione degli Eterni Kree. Shireeka invece era il fratello irresponsabile, pronto a sputare su ogni cosa fosse lontanamente sacra per il nostro popolo. Goshnaara ebbe dozzine e dozzine di figli, dando il massimo per ognuno di loro; Shireeka mise per sbaglio incinta la prima Eterna che trovò…almeno a suo dire…e si disinteressò completamente al figlio, fin da subito. E mentre Goshnaara metteva il suo potere a disposizione di tutti gli Eterni, Shireeka lo usava per rendersi importante e spaventare i Kree più deboli di cuore. In tutto il pianeta originale, i due fratelli furono così presto identificati come l’eroe della tradizione e il traditore della propria gente.

-Questa storia mi ricorda tremendamente qualcuno che conosco… - farfuglia Genis, ignorato da Tehnek che sembra quasi citare un testo sacro.

-Tutto cambiò quando i Celestiali vennero per distruggere il pianeta che ci eravamo scelti. Non ricordo nemmeno cosa ti raccontammo in merito, sinceramente… non ha più importanza, perché ora ti dirò la verità. La verità è che i nostri Dei dello Spazio ci distrussero con meno di un cenno della mano senza che noi potessimo dire, fare o pensare a niente. Anche se una minima parte di noi sopravvisse e ripopolò un nuovo pianeta… eravamo distrutti nello spirito. Non riuscivamo ad accettare di essere stati considerati indegni. E allora…tutto cambiò.

-L’hai già detto – lo interrompe Genis.

-E allora cambiò tutto di nuovo – lo zittisce duramente Tehnek – Dopo la distruzione, gli Eterni Kree furono ossessionati dalla colpa di non essere degni di sopravvivere secondo i loro dei. In seguito a questo nacque la setta dei Sensitivi, inizialmente dedita al raggiungimento di una perfetta comunione con l’universo. Considera quello che ti ho detto finora. Chi poteva aver creato un insieme di persone per continuare la tradizione ?

-Goshnaara ?

-Shireeka – risponde l’Eterno con entusiasmo – Proprio così. Il fratello rinnegato ebbe un’illuminazione, a suo dire. Diceva che gli Eterni Kree avevano raggiunto un livello di stagno evolutivo solo perché non si erano più presentate nuove sfide. Senza nulla per cui combattere, la biologia poteva fare solo dei microscopici passi in avanti; lui e suo fratello, per esempio. Ma lo shock della distruzione ad opera dei Celestiali fu quanto di più traumatico si potesse immaginare. A prova delle sue idee, addestrò un cospicuo numero di Eterni a sviluppare le proprie capacità mentali.

-E questi Eterni includevano tua sorella Shanaaka, dato che è tra gli attuali Sensitivi.

-No, Shanaaka venne addestrata solo in seguito. I Sensitivi, in ogni caso, travisarono le parole di Shireeka. Lui voleva che quelle nuove capacità fossero finalizzate a raggiungere una perfetta comunione con l’universo. Loro volevano un’arma per distruggere i Celestiali.

-Non esattamente quello per cui sono portati i Kree, sia Eterni che non…senza offesa.

-No, nessuna, Prescelto. Ben presto, i due fratelli entrarono in aperto conflitto tra di loro ed anche con i Sensitivi. Anche Goshnaara voleva distruggere gli Dei dello Spazio, ma si rifiutava categoricamente di farlo grazie ad un avanzamento genetico provocato da loro stessi. Fu così…testardo nella propria decisione che passò i successivi seimila anni a costruire da solo delle armi adatte.

-Le Nega-Bande – interviene eccitato Genis, spalancando gli occhi.

-Esatto…le Zor-Ke-Nashher, come le chiamiamo noi. Tutto quello che ti abbiamo detto in proposito è vero…tranne che furono create più paia di “Nega-Bande”, perché Goshnaara non voleva combattere certo da solo. A questo punto, chiunque avrebbe giurato che fosse il nostro re ad aver vinto la faida. Avevano dimenticato quanto fosse forte la rivalità, però. Shireeka mise da parte tutte le proprie idee filosofiche e si costruì un nuovo obiettivo: se il fratello poteva creare delle armi che facessero trionfare un battaglione contro gli Dei…lui avrebbe trovato il modo per sconfiggerli da solo.

-Impossibile. Ho avuto a che fare con i Celestiali…

-Hai ragione, è impossibile. Ma la cosa veramente impossibile è che ci andò vicinissimo. La testardaggine era comune ad entrambi i fratelli.

-Vuoi dire che questo Shireeka costruì un’arma ancora più potente delle Nega-Bande ?

-No. Voglio dire che Shireeka divenne quell’arma. Arrivò a concepire e mettere in pratica quella che è stata considerata la massima estensione possibile dei poteri di un Eterno, potenzialmente milioni di volte più distruttiva dell’Uni-Cervello. Arrivò ad utilizzare il Wa-kaar-e.

 

Un piccolo pianeta nella Piccola Nube di Magellano. Ti-Vell fluttua a mezz’aria, il corpo costituito per metà di energia. Kezaaka è dietro di lui, i palmi delle mani a poca distanza dal suo cranio.

-Non mi avevi detto che erano necessarie altre modifiche fisiche…

-Non avevo ragioni per dirtelo. Sei ancora convinto di non avere ragioni per continuare l’addestramento ?

-Continua a non venirmi in mente niente…ma se hai accettato, perché me lo chiedi ?

-Perché io conosco i tuoi motivi, Ti-Vell; posso leggerli nella tua mente, eppure voglio che sia tu stesso a dirmeli.

-Allora sentiamo, perché vorrei sottopormi ad un durissimo addestramento per diventare più forte, se sono già spaventosamente potente ?

-Perché ti senti abbandonato da tuo padre e vuoi dimostrare di poter essere migliore di Genis.

-Cosa !?

Ti si mette in piedi, aumentando la percentuale di energia, e si volta per guardare Kezaaka negli occhi.

-Fino a poco tempo fa neanche sapevo chi era mio padre, e me non me ne è mai fregato niente ! Ed io sono molto meglio di quello smidollato che vive idolatrando suo padre…potevo ucciderlo, se non mi fermavi !!! Che ne sai tu di…

-Ascoltami, Ti. C’è un motivo per cui non sei morto insieme a tutti gli altri, su quella nave…ed è che ho letto la tua mente ed ho visto quanto è simile il nostro passato. Mio padre…era considerato quasi una divinità, anche per gli Eterni Kree. Credimi, il mio potere non è nulla paragonato a quello che possedeva lui. Non si è mai interessato a me, esattamente come Mar-Vell non ha mai neanche saputo della tua esistenza. E proprio adesso che hai capito quanto sia vuota la tua vita, l’hai paragonata alla sua. Così, ti senti inferiore a tuo padre, perché ha vissuto la vita che voleva, ed odi il tuo fratellastro perché è sicuro della propria identità.

-Ecco…forse può sembrare così, ma…

-Vedi, c’è un sottile filo rosso che unisce tutte le nostre vite. Anche mio padre fu aiutato da qualcuno, quando nessuno gli si sarebbe avvicinato per la paura che ne avevano tutti. Ad un passo dal perdere fiducia in se stesso, incontrò un uomo che lo rese il più potente di tutti gli Eterni. Quell’uomo, se così si può chiamare, diceva di essere l’Ateo ed il suo passato è avvolto da un tale mistero che sono stato confinato in questo triangolo rosso per avere indagato.

-E chi…

-Ci sono segreti, Ti, che dovrebbero essere negati anche agli dei. Segreti che mi porterò nella tomba. Non posso lasciare questa montagna, ma posso far sì che l’eredità di mio padre continui. Serve una disciplina mentale assoluta per praticare il Wa-kaar-e, Ti. Qualche millennio prima che arrivassi tu, scoprii che il quinto livello mi sarà negato per sempre. La mia mente è così potente da non permettermi di isolarmi completamente dalle altri menti dell’universo, persino a questa distanza. Il paradiso del nulla non fa per me. Ma…

-Ora sei tu a volermi dire qualcosa che non vuoi ammettere, vero Kezaaka ?

-Ti, sono uno dei telepati più potenti dell’universo. Ho visto la tua mente e l’ho trovata simile alla mia, ma la tua vita non è infinita e non avresti vissuto abbastanza a lungo. Avevi bisogno di apprendere più velocemente di quanto fosse mortalmente possibile. Avevi bisogno dei miei schemi cerebrali, e te li ho dati.

-Quindi io sono già al quarto livello…anche se devo ancora imparare ad usarlo ?

-Precisamente. Come vedi, allora, hai molti motivi. Tuo padre. Tuo fratello. Mio padre. E il filo rosso che unisce questo e molto altro.

Ti riflette per un attimo, guardando il paesaggio notturno di un pianeta che è giunto a considerare come la sua ultima casa. Poi, fissa nuovamente il suo maestro.

-Addestrami, Kezaaka.

-Molto bene – sorride il giovane vecchio, rimettendosi a sedere – Il nulla. Riesci a sentirlo ? Tra le molecole del tuo corpo. Tra gli atomi…

 

Zona Negativa. Rick Jones si chiude gli occhi e si passa le mani sulla faccia, sfinito.

-Allora…un’ultima volta.

Intorno a lui si è radunata una dozzina di alieni, tutti dall’espressione molto interessata. Qualcuno ascolta anche da lontano.

-Dite di sapere che ci sono altre forme di vita, ma anche che non è possibile. Avete detto di aver incontrato degli alieni, in passato, ma che non sono mai esistite altre razze. Parlate la mia lingua, ma dite di non conoscerla. Avete sollevato tonnellate di roccia ma dite di non avere nessun potere. Per non parlare del fatto che non sapete neanche dirmi se tra di voi ci sono maschi e femmine, non capite il concetto, ma sapete che io sono un maschio.

-E’ tutto falso, non abbiamo mai detto quelle cose, anche se l’abbiamo fatto – precisa un alieno.

-Sono capitato su un pianeta di pazzi. Se provassi a dirvi che il vostro pianeta è rotondo probabilmente…

-Ma il nostro pianeta è rotondo. Anche se è piatto. Noi siamo i Syeki.

-E adesso questo che c’entra !?!?

-Noi siamo i Syeki, ma ci chiamiamo soltanto così. Anche se lo siamo, non ci chiamiamo mai così. Quasi sempre almeno.

-Non è possibile…continuate a contraddirvi…

-Certo. Noi siamo i Syeki; noi diciamo tutto e il contrario di tutto, sempre, ma a volte no.

-Perché !?

-Ci dobbiamo ancora pensare. E’ il Ck.

-Il cosa !?

-Il-tutto-che-è-il-nulla. Il Ck.

-E’ la vostra religione ?

-Forse… - risponde quasi imbarazzato l’alieno, volgendo lo sguardo ai suoi simili.

-Sentite…se vi facessi una domanda semplice…molto semplice…potreste darmi UNA risposta ? UNA SOLA ?

-Forse.

-Che cosa è successo agli altri abitanti di questa galassia ?

-Ck.

-Cioè ?

-Questa è una seconda domanda.

-Merda.

-Questa è un’altra cosa ancora. Ho già detto che noi siamo i Syeki ?

 

Grande Nube di Magellano.

-Riesci a sentirlo ? – domanda Genis.

Tehnek osserva la nave con tutti i suoi quindici sensi, vedendosi costretto ad ammettere:

-Non sento niente.

-Io invece sento…qualcosa…come una sorta di fischio molto acuto, un riverbero sonoro…

-Genis-Vell, figlio di Mar-Vell e nostro Prescelto !

-Aaah ! – urla Genis portandosi le mani alle orecchie, piegandosi per il dolore. La Coscienza Cosmica è attivata.

-Genis, cosa ti prende ? Io non vedo niente !

-Non ascoltare ciò che ti dice il guerriero, Prescelto ! Solo noi conosciamo la verità sugli Eterni Kree !

-Potreste…per favore…comunicare più piano !? Mi sta scoppiando il cervello…

-Noi siamo i Sensitivi, Prescelto. Noi siamo ciò che guida il popolo in tua assenza.

-Sì, e molto bene anche, a quanto ho sentito. Ouch, ed io che credevo che la musica terrestre fosse tremenda… Comunque non credo più alla vostra facciata mistica, quindi piantatela.

-Stai parlando con i Sensitivi ? Devono averci trovato !

-Non avremmo dovuto permettere a Shanaaka di narrarti la verità sulla religione del Prescelto, o Prescelto.

-Non avreste neanche dovuto lasciar venire Tehnek a chiamarmi, visto che avevo già in mente di tornare a sistemare un po’ i conti.

-Prescelto…sono giorni tumultuosi sul nostro pianeta. La Coscienza Cosmica blocca le nostre modifiche mentali, ma potremmo giungere ad un accordo.

-Non avete niente che…

-Per esempio, potremmo curare il tuo male, se tu non entrassi in contatto con la popolazione locale.

-Cosa !? Cosa c’entra adesso il tumore ?

-Noi siamo i Sensitivi, Genis-Vell. Noi sappiamo ogni cosa ci serva. L’accordo è stabilito ?

-Ecco…

Genis si ferma un secondo, assicurandosi che non gli stiano leggendo la mente. Non gli sembra, ma forse data la distanza non può capirlo con sicurezza.

“Com’era quel vecchio detto Kree… una coincidenza è un caso, troppe coincidenze sono un piano. La vita di due figure mitiche degli Eterni Kree che rispecchia il mio incontro con Ti, di cui non sapevo niente fino a poco fa. Il ritorno improvviso di Tehnek. I problemi della Coscienza Cosmica. Il blocco mentale del Capo. L’accordo che mi ha proposto, praticamente lo stesso dei Sensitivi. E’ tutto collegato…non so come, ma…è una trappola, sicuramente”

-Allora, Prescelto…?

-Un secondo solo.

“Cosa avrebbe fatto mio padre ? Rifiuterebbe il patto, rovescerebbe il governo e poi cercherebbe di capire il filo che collega tutto. Ma forse se lo aspettano…Pama, perfino io so che la prima cosa a cui penso è come agirebbe mio padre. Che farebbe Rick, invece ? Forse… accetterebbe per finta e li smaschererebbe quando cercano di incastrarmi. No…tutto questo sembra basato su come mi comporterei normalmente. Qualcuno ha immaginato le mie reazioni ad una serie di eventi ed ha aspettato che io facessi il resto. Niente Mar-Vell o Rick, Genis, questa volta sta a te. Che cosa farebbe Capitan Marvel ?”

-D’accordo, Sensitivi. Accetto il patto…ora sta a voi la prima mossa.

 

CONTINUA…

 

 

Note

Continuano le varie saghe incrociate, che iniziano ad incrociarsi per formare un disegno più ampio, in cui presto rientreranno anche altri elementi finora rimasti sullo sfondo. Scopriamo anche la vera storia degli Eterni Kree, di cui avevamo avuto una versione distorta nei numeri 8 e 9 della serie… gli stessi numeri in cui abbiamo conosciuto Tehnek e Shaaaka, insieme ad una spiegazione parziale dell’origine delle Nega-Bande. Quella che avete appena letto è, almeno per il sottoscritto, la massima spiegazione che riceverete in proposito su questa serie.